O Dio, fonte e principio di ogni luce, che oggi hai rivelato al santo vecchio Simeone il Cristo, vera luce di tutte le genti, benedici questi ceri e ascolta le preghiere del tuo popolo, che viene incontro a te con questi segni luminosi e con inni di lode; guidalo sulla via del bene, perché giunga alla luce che non ha fine.
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Canonizzando alcuni fedeli, ossia proclamando solennemente che tali fedeli hanno praticato in modo eroico le virtù e sono vissuti nella fedeltà alla grazia di Dio, la Chiesa riconosce la potenza dello Spirito di santità che è in lei, e sostiene la speranza dei fedeli offrendo loro i santi quali modelli ed intercessori.
Se chiediamo che cosa illumini questa luce, riconosciuta da Simeone nel Bambino di quaranta giorni, ecco la risposta. È la risposta dell'esperienza interiore di tanti uomini, che hanno deciso di seguire questa luce. È la risposta della vostra vita, miei cari Fratelli e Sorelle, Religiosi e Religiose, che oggi partecipate alla Liturgia di questa festa, tenendo nelle vostre mani le candele accese. È come pregustare la vigilia pasquale quando la Chiesa, cioè ognuno di noi, tenendo alta la candela accesa varcherà la soglia del tempio, cantando "Lumen Christi". In modo particolare è in profondità che Cristo illumina il mistero dell'uomo. Particolarmente e profondamente, e con quanta delicatezza nello stesso tempo, discende nel segreto delle anime e delle coscienze umane. È il Maestro della vita, nel senso più profondo. È il Maestro delle nostre vocazioni. Eppure proprio lui, lui, l'unico, ha rivelato ad ognuno di noi e sempre rivela a tanti uomini la verità che l'uomo, il quale in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stesso, non possa ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé.