Gesù parla ancora ai suoi apostoli. Siamo sempre nel Cenacolo, la sera che precede il suo arresto. È un momento carico di tensione e di significato, e le sue parole arrivano come un testamento d’amore e di verità. Egli ricorda loro la chiamata che hanno ricevuto, il motivo profondo per cui si trovano accanto a Lui in quell’ora decisiva. Gesù è stato a scegliere loro, non il contrario. Non è un dettaglio: è il segno che l’iniziativa viene da Dio, che i suoi piani superano i desideri e le aspettative umane. Nel Cenacolo si compie la volontà del Padre, non si realizzano ambizioni terrene, né le attese politiche del popolo di Israele. La chiamata di Gesù segna un cambiamento radicale: è una conversione del cuore, un orientamento nuovo dell’esistenza, che invita a lasciare i propri progetti per entrare nei disegni di Dio. E questo cambiamento non è indolore: comporta distacco, incomprensione, persino opposizione. L’odio che gli apostoli incontreranno nasce proprio da questa distanza tra i criteri del mondo e la logica dell’amore evangelico. Ma in tutto questo, la chiamata di Gesù resta un dono prezioso: è la scelta di Dio che dà senso e pienezza alla vita. È un’elezione che non esclude nessuno, ma che chiede risposta, disponibilità, qualità interiore. È una vocazione all’amore, alla donazione, alla fedeltà, e può essere vissuta in ogni stato di vita. La bellezza della chiamata sta nel suo potere di trasformare la vita in testimonianza e in dono, rendendoci strumenti dell’amore stesso di Cristo nel mondo.
Uno degli anziani disse: Proprio come l'ape, dovunque vada, fa il miele, così il monaco, dovunque vada, se va a fare la volontà di Dio produce sempre la dolcezza delle opere buone.
NORME PER L'ACCETTAZIONE DEI FRATELLI Se egli promette di perseverare nella sua stabilità, dopo due mesi gli si legga di seguito questa Regola e gli si dica: «Ecco la legge sotto la quale tu vuoi militare: se puoi osservarla, entra; se non puoi, va' pure via liberamente». Se rimane fermo nella sua decisione, lo si riconduca nel suddetto locale del noviziato e di nuovo sia messa alla prova in tutto la sua pazienza. Passati sei mesi, gli si rilegga la Regola, affinché sappia che cosa abbraccia. E se ancora persevera, dopo altri quattro mesi gli si rilegga di nuovo la Regola.