Tutta la chiesa oggi rivolge lo sguardo ai secoli passati per ricordare la figura del Patriarca dei Monaci d'Occidente, che oltre 1500 anni fà iniziò la sua missione di vita eremitica, prima, e poi cenobitica. I monasteri che si ispirano alla sua Regola si diffondono in tutta l'Europa che viene evangelizzata per opera dei monaci. Mentre l'Impero romano cadeva sotto i colpi delle invasioni dei popoli nordici, S. Benedetto istituiva i suoi monasteri dove gli stessi barbari, accolti e ammansiti, si facevano apostoli presso i loro connazionali... La lettura proposta alla nostra riflessione è tratta dai Proverbi. Il santo Patriarca l'ha talmente assimilata nella sua riflessione e nella pratica della vita, da proporla all'inizio del Prologo della sua Regola ai suoi discepoli: "Asacolta, figlio, i precetti del maestro, e inchina l'orecchio del tuo cuore... affinché tu ritorni per il lavoro di obbedienza a Colui dal quale ti eri allontanato per l'accidia della disobbedienza"... E' un cammino di ritorno a Dio quello che ci viene suggerito dal brano che abbiamo ascoltato. Ma questo cammino, ci avverte ancora S. Benedetto, non avrà alcun successo, se non è sorretto dalla sua grazia. A conferma di questo, il vangelo ci ripete: Io sono la vite e voi siete i tralci. Il tralcio non può portare alcun frutto se non è unito alla vite. S. Benedetto, per rimanere unito a Cristo, per vincere le seduzioni della carne, è stato capace di gettarsi in mezzo a un cespuglio di spine nel momento della tentazione... E noi sappiamo toglierci da tante occasioni che inariscono il cuore e tarpano le ali impedendoci di volare verso il Signore, nella ricerca e nell'adempimento della sua volontà?
Beati quelli che sanno ridere di sé: non finiranno di divertirsi!
VARIE SPECIE DI MONACI E LORO VITA È noto che quattro sono le specie di monaci. La prima è quella dei cenobiti, cioè di coloro che vivono in monastero, militando sotto una regola e un abate. La seconda specie è quella degli anacoreti o eremiti; cioè di coloro che, non per un fervore da principianti nella vita monastica ma per un lungo tirocinio in monastero, resi ormai esperti con l'aiuto di molti, hanno imparato a combattere contro il diavolo e, ben addestrati, attraverso la lotta sostenuta insieme ai fratelli, per il combattimento da soli nell'eremo, sono ormai capaci, senza il conforto di altri ma unicamente con mani e braccia proprie, a lottare sicuri, con l'aiuto di Dio, contro i vizi della carne e dei pensieri.