La storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, volge al suo lieto epilogo nel brano che viene proposto alla nostra considerazione. Giuseppe, dopo aver provato la sincerità dei sentimenti dei fratelli, soprattutto verso il fratello minore Beniamino e verso il vecchio padre, prima di rivelare la sua persona, li tratta duramente e con severità anche per sincerarsi del ravvedimento dalla insana invidia che li spinse a venderlo schiavo. Non sminuisce la loro responsabilità, ma sa leggere attraverso gli avvenimenti il gioco della divina provvidenza che anche dalle cattiverie dell'uomo sa trarre vantaggi per tutti. È un invito a leggere gli avvenimenti che ci riguardano per scorgervi la mano del Signore che segue con amore ogni sua creatura. La predicazione della buona novella affidata ai discepoli ha lo scopo di confermare la presenza del Signore vicino a noi, poveri malati e sofferenti. Il mondo ha bisogno estremo di pace. I discepoli ne portano l'annunzio... ma occorre avere l'animo disposto ad accoglierlo. Nonostante questo anelito insopprimibile, vi saranno sempre di quelli che rifiuteranno il clima di pace. Gesù pronuncia parole pesanti nei loro confronti. "Scuotere la polvere dai propri piedi", per non avere nulla in comune con loro.
Si sa che se qualcuno prende in mano dell'olio per ungere un infermo prima ne gode lui stesso. La stessa cosa con avviene nella preghiera di intercessione.
VARIE SPECIE DI MONACI E LORO VITA La terza specie di monaci, detestabile sotto ogni punto di vista, è quella dei sarabaiti; i quali, non provati da alcuna regola né educati dall'esperienza come oro nella fornace, ma resi molli come piombo, mentre con le loro opere restano fedeli al mondo, mostrano con la tonsura di mentire a Dio. Essi, a due a due, a tre a tre, o anche da soli, senza pastore, chiusi non negli ovili del Signore ma nei propri, hanno per legge l'appagamento dei loro desideri; poiché tutto ciò che pensano o scelgono lo dichiarano santo, e ciò che non vogliono lo ritengono illecito.