Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
08 - 14 Luglio 2007
Tempo Ordinario XIV, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno I, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Martedì 10 luglio 2007

Giacobbe lotta con Dio

Giacobbe è in viaggio verso Canaan. È preso dal timore del fratello Easù che ancora, dopo tanti anni, non accetta di essere stato derubato della benedizione paterna. Rimane solo nella notte e un uomo lotta con lui fino allo spuntar del giorno: Prima di lasciarlo chiede e ottiene la sua benedizione. Il suo antagonista, l'angelo del Signore, lo chiamerà "Israele" perché è stato forte contro Dio e contro gli uomini. Così si sente ormai sicuro di poter affrontare e calmare il risentimento del fratello... La nostra lotta con il Signore avviene quando ci sentiamo in contrasto con la sua volontà... Vorremmo che egli si piegasse ai nostri desideri e alle nostre attese... Diventeremo vittoriosi però non quando saremo riusciti a fare la nostra volontà, ma solo quando avremo piegato noi stessi, il nostro orgoglio... a ciò che Dio permette nella nostra vita. Andremo zoppi anche noi, come Giacobbe colpito nel nervo sciatico... ma avremo la certezza della benedizione del Signore e di aver superato le suggestioni di paura e di sfiducia del demonio. Avremo l'animo aperto alla confidenza nella buona novella che Gesù annunzia in tutti i villaggi portando ovunque speranza e certezza della sua presenza anche mediante gli operai della vigna che egli non le lascerà mancare...


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un monastero si era ridotto in tutto all'abate e a quattro monaci, già anziani. L'abate, disperato, pensò di chiedere consiglio a un saggio rabbino suo amico. «Vi posso solo dire - rispose costui - che il Messia è tra voi». I monaci, udito questo, cominciarono a trattarsi l'un l'altro con straordinario rispetto e venerazione, poiché c'era la possibilità che sotto l'apparenza di uno di essi si nascondesse il Messia. La fama di quello straordinario amore fraterno si diffuse e alcuni visitatori cominciarono ad arrivare al monastero, curiosi di vedere quel luogo privilegiato. Poi ne arrivarono altri. Dopo qualche tempo, uno di loro chiese di entrare nell'Ordine. A questo seguirono altri, sempre più numerosi. In pochi anni, il monastero diventò un meraviglioso centro di amore fraterno e un focolare di nuove vocazioni...


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

PROLOGO ALLA REGOLA DI SAN BENEDETTO

Dobbiamo dunque costituire una scuola del servizio del Signore; e nell'organizzarla noi speriamo di non stabilire nulla di penoso né di pesante. Se tuttavia, per giuste ragioni, si dovrà introdurre anche qualcosa un pochino più dura per correggere i vizi e conservare la carità, tu non lasciarti subito prendere dallo spavento, così da abbandonare la via della salvezza, la quale all'inizio non può essere che stretta. Ma col progredire nella vita monastica e nella fede, il cuore si dilata e si corre nella via dei comandamenti di Dio (cf. Sal 118,32) con una dolcezza d'amore inesprimibile. Cosicché, non allontanandoci mai dal suo magistero e perseverando nel suo insegnamento in monastero fino alla morte, possiamo partecipare mediante la pazienza alle sofferenze di Cristo, per meritare di condividere anche il suo regno.

Prol.45-50.