"Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo?". E potremmo aggiungere: se nel tuo occhio c'è la trave sei proprio come un cieco che pretende di guidare un altro cieco. Alla redice di simili nostri assurdi comportamenti, che il Signore oggi denuncia, c'è il nostro stupido orgoglio che ci fa pensare di essere noi i migliori, ma solo perché non siamo capaci e onesti nel vedere la trave che occlude la nostra vista e pesa sulle nostre coscienze. Una presunzione che rischia di diventare temerarietà e ipocrisia. "Non giudicate e non sarete giudicati", ci dice ancora il Signore. È significativo che i primi destinatari della parabola siano i discepoli, coloro cioè che sono stati chiamati ad essere annunciatori e testimoni del vangelo di Cristo. Essi dovranno essere innanzi tutto modelli del gregge e dovranno costantemente accompagnare e confermare le loro parole con la forza trainante dell'esempio. È un impegno non facile, richiede perciò l'intervento della grazia divina con i doni dello Spirito, doni da implorare con l'incessante preghiera.
«Abba Teodoro di Ferme – riporta un detto – interrogò abba Pambo: "Dimmi una parola!". Con molta fatica gli disse: "Teodoro, va', abbi misericordia di tutti, perché la misericordia trova fiducia presso Dio"».
CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI Recitato così l'intero salmo in due giorni, cioè la domenica e il lunedì, a Terza, Sesta e Nona del martedì si dicano tre salmi per volta, dal 119 al 127, complessivamente nove salmi; e questi si ripetano sempre uguali alle stesse Ore fino alla domenica, mantenendo invariata per tutti i giorni la disposizione degli inni, delle letture e dei versetti; e così la domenica si comincerà sempre dal salmo 118.