Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Venerdì 12 settembre 2003

La pagliuzza e la trave.

"Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo?". E potremmo aggiungere: se nel tuo occhio c'è la trave sei proprio come un cieco che pretende di guidare un altro cieco. Alla redice di simili nostri assurdi comportamenti, che il Signore oggi denuncia, c'è il nostro stupido orgoglio che ci fa pensare di essere noi i migliori, ma solo perché non siamo capaci e onesti nel vedere la trave che occlude la nostra vista e pesa sulle nostre coscienze. Una presunzione che rischia di diventare temerarietà e ipocrisia. "Non giudicate e non sarete giudicati", ci dice ancora il Signore. È significativo che i primi destinatari della parabola siano i discepoli, coloro cioè che sono stati chiamati ad essere annunciatori e testimoni del vangelo di Cristo. Essi dovranno essere innanzi tutto modelli del gregge e dovranno costantemente accompagnare e confermare le loro parole con la forza trainante dell'esempio. È un impegno non facile, richiede perciò l'intervento della grazia divina con i doni dello Spirito, doni da implorare con l'incessante preghiera.


Dedicazione della nostra chiesa e
Solennità della Madonna ad Rupes,
patrona della Diocesi di Civita Castellana.

Due solennità ci impegnano in questo giorno: ricordiamo la ricorrenza annuale della dedicazione della nostra chiesa monastica, dedicata a S. Vincenzo Martire e santuario del Volto Santo di nostro Signore Gesù Cristo e, per decreto del nostro Vescovo diocesano, Mons. Dico Zadi, la solennità della Madonna del Santuario della Vergine ad Rupes, patrona della nostra diocesi. Sono due feste importanti: la prima ci sollecita a ringraziare il Signore per aver stabilito una presenza speciale in mezzo a noi nella chiesa che ci accoglie ogni giorno e più volte al giorno per innalzare a Lui la nostra incessante preghiera. È questo un dono che si rischia di non valutare sufficientemente, dato che da noi le chiese non mancano davvero e diamo per scontato che soddisfino tutte le nostre esigenze di culto. Basta però affacciarsi in luoghi e continenti diversi per comprendere quali disagi debbano invece sperimentare i fedeli che ne sono privi. L'altra solennità che prevale sulla prima, ci invita a far festa grande per la Madre che Dio stesso ci ha donato. A lei siamo stati affidati come ultimo testamento di Cristo proferito dall'alto della Croce, quando la sua Madre e diventata la Madre di tutti, riscattati dal sacrificio della croce e resi ancora figli di Dio e della sua stessa Madre. Una intera comunità, quella composta da tutti i membri della diocesi, hanno scelto come loro patrona la stessa madre, con il titolo con cui è venerata nel Santuario di Castel Sant'Elia, posto nel cuore della stessa diocesi. Significa per noi un ulteriore carica di fiducia riconoscendoci sotto la speciale protezione della Madre celeste. Significa anche un rinnovato impegno d'imitazione delle eccelse virtù che rifulgono in Maria Santissima.

Apoftegmi - Detti dei Padri

«Abba Teodoro di Ferme – riporta un detto – interrogò abba Pambo: "Dimmi una parola!". Con molta fatica gli disse: "Teodoro, va', abbi misericordia di tutti, perché la misericordia trova fiducia presso Dio"».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI

Recitato così l'intero salmo in due giorni, cioè la domenica e il lunedì, a Terza, Sesta e Nona del martedì si dicano tre salmi per volta, dal 119 al 127, complessivamente nove salmi; e questi si ripetano sempre uguali alle stesse Ore fino alla domenica, mantenendo invariata per tutti i giorni la disposizione degli inni, delle letture e dei versetti; e così la domenica si comincerà sempre dal salmo 118.


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