In questo racconto, in primo piano c’è Simon Pietro: il suggerimento di andare a pescare parte proprio da lui. Ma gli apostoli, anche questa volta, non prendono nulla per tutta la notte. Verso il mattino, ritornano a riva senza aver preso nulla. Sulla spiaggia si trova Gesù, che però essi non riconoscono, forse a causa dell’oscurità del crepuscolo, forse a causa del suo corpo glorioso, forse semplicemente per la stanchezza dopo una notte intera in barca. La proposta dello sconosciuto porta loro fortuna. Il discepolo prediletto lo riconosce immediatamente; Pietro, però, è spinto dal suo carattere impetuoso ad andare per primo verso il Salvatore. Per rispetto al Maestro, si infila la tunica — che normalmente ci si toglie per nuotare — e copre a nuoto i duecento cubiti che ancora li separavano dalla spiaggia; gli altri lo seguono sulle barche, trascinando le reti con sé. All’alba, Gesù attendeva sulla riva, mentre i discepoli stavano ormai scoraggiandosi nel trarre le reti vuote; viene spontaneamente in mente l’episodio di Gesù che cammina sulle acque: all’arrivo di Gesù, la barca in cui i dodici stavano esaurendosi a remare nel mare agitato toccò subito la riva verso la quale erano diretti. Non si sbaglierebbe nel supporre che la riva da cui Gesù chiamava a gran voce i pescatori simboleggi la gloria eterna; la pesca infruttuosa, l’impotenza alla quale sarebbero votati i discepoli senza il soccorso dall’alto; la pesca miracolosa, il segno della protezione che non verrà mai meno. Tra la risurrezione e la venuta del Signore si è aperto un nuovo periodo: incomincia il tempo della Chiesa apostolica; gli apostoli compiranno la loro missione, Pietro pascerà il gregge in aumento; ma, a dispetto delle apparenze, è Cristo — risalito presso il Padre — che feconderà i loro sforzi. Successe ieri, e succede oggi…
Un monaco egiziano disse a un anacoreta siriano, tutto eccitato, che voleva andare in città a vedere un santo che operava miracoli e che, con la sua preghiera, risuscitava i morti. L'altro monaco, sorridendo disse: "Che strane abitudini avete da queste parti: chiamate santo chi piega Dio a fare la propria volontà. Da noi invece, chiamiamo santo chi piega la propria volontà a quella di Dio".
COME DEVONO FARE LA SODDISFAZIONE GLI SCOMUNICATI Chi per una colpa grave è scomunicato dall'oratorio e dalla mensa, quando nell'oratorio sta per terminare l'Opus Dei, si metta prostrato a terra, davanti alla porta, senza dire nulla, ma soltanto se ne stia prostrato lì, col capo a terra, chino ai piedi di tutti i fratelli che escono dall'oratorio. E così faccia finché l'abate non avrà ritenuta sufficiente la soddisfazione. Quando poi l'abate lo farà entrare, egli si getti ai piedi dell'abate e quindi ai piedi di tutti, perché preghino per lui.