Gesù ha fatto vedere molte opere buone; i Giudei cercavano di catturarlo e raccoglievano delle pietre per lapidarlo! Geremia, con accenti sorprendentemente precisi, ci fa sentire le voci nemiche: «Sentivo la calunnia di molti: “Terrore all’intorno! Denunciatelo! Sì, lo denunceremo”. “Forse si lascerà trarre in inganno, così noi prevarremo su di lui, ci prenderemo la nostra vendetta”. Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso». Ma per Gesù non era giunta la sua ora ed egli sfuggì dalle loro mani. La motivazione delle assurde minacce: «Tu, che sei uomo, ti fai Dio». Gesù fa notare che tutti siamo figli dell’unico Padre. La sua figliolanza divina, però, viene dalla perfetta unione al Padre e dalla missione e dalle opere che Egli sta compiendo nel suo nome e come inviato da lui: «Credete alle opere», egli dice, «perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». È molto importante che, a pochi giorni dalla passione di Gesù, sia ravvivata la nostra fede nella sua divinità: l’uomo giudicato e condannato, l’uomo sottoposto a crudelissima passione, l’uomo flagellato e coronato di spine, trattato come un malfattore, inchiodato alla croce, che agonizza, muore e viene posto nel sepolcro, è il figlio di Dio che così adempie l’opera misericordiosa del Padre celeste. Ciò avviene per adempiere un suo mandato e per una libera scelta di Gesù: «Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine».
Dirò più volte oggi, con fede e trasporto: «Gesù, ti amo!».
Alcuni fratelli vollero vedere l'abba Antonio. Salirono su una barca, e li trovarono un anziano che anche lui voleva andare da Antonio, ma i fratelli non ne sapevano niente. Seduti sulla barca conversavano sui detti dei padri, sulle Scritture e sui loro lavori manuali. L'anziano invece stava in silenzio. Giunti al porto, si accorsero che anche l'anziano andava dall'abate. Arrivati da Antonio, questi disse: «Avete trovato un buon compagno di strada in questo anziano!». E al vecchio: «E tu ti sei trovato con dei buoni fratelli, Padre!». L'anziano rispose: d'accordo, ma la loro casa non ha porte: entra chi vuole nella stalla e slega l'asino!». Parlava così perché i fratelli dicevano tutto quello che passava loro per la testa.
IL LETTORE DI SETTIMANA Alla mensa dei fratelli mentre mangiano non deve mai mancare la lettura; ma non sia uno a caso che prenda un libro e si metta a leggere, bensì vi sia un lettore stabilito per tutta la settimana, che entra in servizio la domenica. Egli, iniziando il turno di lettura, dopo la Messa e la comunione, si raccomandi alla preghiera di tutti, perché Dio tenga lontano da lui lo spirito di superbia. Il lettore intoni nell'oratorio questo versetto, che venga poi ripetuto da tutti per tre volte: «Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode» (Sal 50,17); e, ricevuta la benedizione, entri nell'ufficio di lettore.