Giubileo della Speranza Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
06 - 12 Aprile 2025
Tempo di Quaresima V, Colore viola
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

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Giovedì 10 aprile 2025

Io il tuo Dio, tu il mio popolo.

Mentre con Cristo Gesù saliamo verso Gerusalemme e ci affrettiamo verso la Pasqua, a mo’ di sprone e di incoraggiamento, dalla Parola di oggi sentiamo scandire le promesse divine, antiche e nuove: «Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te». È l’alleanza con Abramo e con la sua discendenza, la prima alleanza in vista di quella ultima e definitiva: «Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Il Padre celeste vuole essere il Dio, l’unico Dio del suo popolo per sempre. Un Patto di reciproca fedeltà: Egli si impegna a mandare la sua grazia e la sua fedeltà; il popolo non solo deve essere fedele, ma deve diventare il “popolo di Dio”; deve recuperare la primitiva appartenenza. Erano questi i “segni” della prima Pasqua, il ritorno e la gioiosa riconciliazione. La nuova alleanza prende pienezza di vita sul Calvario con il sacrificio di Gesù e la sua resurrezione. Egli viene come messia e salvatore. Attraverso il sacrificio della croce, Dio conclude una nuova e definitiva alleanza con il suo popolo. Ci garantisce una vita nuova: «Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno». Chiunque crede nell’opera di Gesù e osserva i comandamenti ottiene il perdono dei peccati e la salvezza, e può camminare in santità come un figlio di Dio. Alla samaritana al pozzo di Giacobbe Gesù dice: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice “dammi da bere!”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva»; le stesse parole oggi vengono rivolte a noi: se prendessimo coscienza dei doni che abbiamo ricevuto e di quelli che in Cristo Dio ha preparato per noi, quanta gratitudine! Noi non sperimenteremo la morte, siamo i candidati alla risurrezione. Cristo è mediatore della nuova alleanza perché, mediante la sua morte, noi che siamo stati chiamati riceveremo l’eredità eterna che ci è stata promessa.
Vivrò in grazia di Dio: non rimandare la tua confessione.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Pazienza

L'abba Pastor diceva: «Quali che siano le tue pene, la vittoria su di esse sta nel silenzio».

Un giorno che i fratelli si erano riuniti a Scete, alcuni anziani vollero mettere alla prova l'abba Mosè: si fecero sprezzanti e gli dissero: «Perché questa specie di etiope viene tra noi?». L'abate tacque udendo queste parole. Di ritorno dall'assemblea, quelli che lo avevano ingiuriosamente trattato gli dissero: «Non sei turbato?». Egli rispose: «Sono turbato, ma non dico niente».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I VECCHI E I FANCIULLI

Sebbene la natura umana sia per se stessa portata a compassione verso queste due età, cioè dei vecchi e dei fanciulli, tuttavia è bene che intervenga in loro favore anche l'autorità della Regola. Si tenga sempre conto della loro debolezza e non si applichi affatto ad essi il rigore della Regola riguardo al vitto; si abbia piuttosto verso di loro un'amorevole condiscendenza e anticipino pure le ore regolari dei pasti.

Cap.37,1-3.