Giubileo della Speranza Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
06 - 12 Aprile 2025
Tempo di Quaresima V, Colore viola
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

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Mercoledì 09 aprile 2025

La verità vi farà liberi.

«Dio ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi». È la gioiosa e grata affermazione dei tre giovani, usciti illesi dalla fornace ardente. Sulla stessa scia prega il salmista: «Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano. I giusti invece si rallegrano, esultano davanti a Dio e cantano di gioia», e altrove: «Il nostro Dio è un Dio che salva; il Signore Dio libera dalla morte». Gesù ci indica la via per conseguire salvezza e libertà: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». È un salutare ed essenziale progetto di vita quello che ci impegna, come battezzati e credenti, a nutrirci costantemente di Verità e d’Amore per godere dei benefici della redenzione e essere davvero liberi. L’errore, infatti, ci disorienta, ci spinge a compiere scelte sbagliate e, di conseguenza, restarne vittime fino a diventarne schiavi. Privi della protezione divina, non ci sentiamo amati e non siamo capaci di amare, e facilmente poi cadiamo nella tentazione e nel peccato. L’inevitabile conseguenza: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato». Se invece sei battezzato in Cristo, nel suo sangue, non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio. La Parola ci sta indicando il percorso verso la santa Pasqua, verso la redenzione, verso la libertà dei figli di Dio.
Ascolto oggi la Parola di Dio con l’orecchio del cuore.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anziano diceva: «Non far mai nulla senza pregare e non avrai rimpianti».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I FRATELLI INFERMI

Per gli infermi ci sia un locale a parte destinato a tale scopo e un fratello infermiere pieno di timor di Dio, diligente e premuroso. L'uso dei bagni agli infermi si conceda ogni volta che è necessario; ai sani invece, specialmente ai più giovani, si permetta più di rado. Ai fratelli molto malati e ai più deboli si conceda anche di mangiare carne per rimettersi in forze; ma appena si siano ristabiliti, tutti si astengano dalle carni, come di consueto. Quindi l'abate abbia sommamente a cuore che gli infermi non siano trascurati dal cellerario o dagli assistenti; è responsabile lui di ogni mancanza dei discepoli.

Cap.36,7-10.