Oggi leggiamo di come i discepoli di Gesù siano ancora legati a ciò che è terreno. Nonostante la presenza del Maestro tra loro, i loro cuori sono induriti. Non ricordano il grande segno compiuto da Gesù, quando moltiplicò i pani e i pesci per sfamare una folla. Sono incapaci di affidarsi pienamente a Cristo. Purtroppo anche noi, come loro, spesso ci affidiamo a ciò che conduce alla corruzione, all’ipocrisia e all’incredulità. Le parole di Gesù ai suoi discepoli risuonano ancora oggi, nella nostra esperienza quotidiana. Viviamo in un mondo dove il progresso ci spinge verso concezioni che alimentano l’incredulità. L’uomo, in molti casi, pretende di sostituirsi a Dio, cercando di dominare la vita e la morte. Questo non avviene solo attraverso la manipolazione genetica, ma in molti altri aspetti della nostra società. Ma abbiamo un solo Maestro: Gesù Cristo. Ascoltiamolo. Lui ci offre il vero pane di vita e la certezza della sua Parola. Sia per noi il nostro “pane quotidiano”, capace di nutrire non solo il corpo, ma anche lo spirito.
«Tutto ciò che sorpassa la misura viene dai demoni»
L'UMILTÀ Il quinto gradino dell'umiltà si sale quando, tutti i cattivi pensieri che vengono in mente o i peccati commessi in segreto, il monaco li rivela con umile confessione al proprio abate, come ci esorta a fare la Scrittura quando dice: «Manifesta al Signore la tua via e confida in lui ed egli compirà la sua opera» (Sal 36,5); e ancora: «Confessatevi al Signore perché è buono, perché eterna è la sua misericordia» (Sal 117,1). Così pure il profeta dice: «Ti ho manifestato il mio peccato, non ho tenuto nascosto il mio errore; ho detto: Confesserò al Signore le mie colpe e tu hai rimesso la malizia del mio peccato» (Sal 31,5).