Chi tradisce il patto d’amore matrimoniale si rende colpevole di adulterio. Per questo Gesù definisce “generazione adultera” gli ebrei suoi contemporanei, che persistevano nell’infedeltà all’alleanza, paragonabile a un matrimonio, stipulata con Dio. Non avevano quindi il diritto di pretendere segni particolari, oltre a quelli già offerti per credere in Lui. Tuttavia, un segno verrà dato: il Messia, crocifisso e ingiustamente condannato, rimarrà per breve tempo nel sepolcro. Ma, come Giona che trascorse tre giorni nell’abisso, risorgerà glorioso. Sarà questo il segno definitivo, più chiaro di tutti, a testimoniare chi è veramente Gesù. Questo episodio richiama la necessità di essere fedeli al Signore: fedeltà alle promesse del Battesimo, agli impegni presi con Lui e al nostro prossimo. La fede e la certezza della risurrezione ci sostengono nel superare le difficoltà della vita presente, orientandoci verso la vita futura. Non mancano i segni della presenza di Dio: è la nostra fede a essere spesso troppo debole per riconoscerli. Per questo preghiamo con fiducia: “Signore, aumenta in noi la fede”.
Discrezione «Il padre Antonio disse: "Vi sono di quelli che martoriano il corpo nell'ascesi e, mancando di discernimento, si allontanano da Dio"».
L'UMILTÀ Essi, inoltre, nelle avversità e nelle umiliazioni mettono in pratica con la pazienza l'insegnamento del Signore: percossi in una guancia porgono l'altra, a chi vuol togliere loro la tunica lasciano anche il mantello, costretti ad andare per un miglio ne percorrono due (cf. Mt 5,39-41), come l'apostolo Paolo sopportano i falsi fratelli e le persecuzioni e benedicono quelli che li maledicono.