Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
09 - 15 Febbraio 2025
Tempo Ordinario V, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno I, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Sabato 15 febbraio 2025

Sento compassione per questa folla...

Gesù ci mostra un sentimento nobile, profondamente umano, che si traduce in prontezza a servire e donarsi. È la volontà di guardare l’altro come se stessi, rinunciando alla superiorità, per mettersi al servizio. Nel Vangelo di oggi, Gesù manifesta questa umanità con un gesto che lo rende vicino ai nostri dolori e alle nostre sofferenze. È umano nel senso più profondo: riconosce chi ha davanti come un soggetto d’amore, non un oggetto da sfruttare. È umano perché crea un nuovo legame di solidarietà tra gli uomini. Ma è anche divino. Divino perché questo sentimento viene da Dio. Divino perché Gesù rende grazie sui sette pani e pochi pesci, opera il miracolo della moltiplicazione e ci invita a contemplare più profondamente il Mistero di Cristo. La compassione di Gesù è il preludio della sua Passione. Dio sente le nostre sofferenze e ci dona la sua Passione. La compassione di Cristo ha un duplice movimento: da Dio all’uomo, assumendo tutte le passioni umane, e dall’uomo a Dio, per partecipare alla sua Passione. È qui, nella compassione umana e divina, che troviamo il senso delle nostre celebrazioni eucaristiche. L’Eucaristia è l’incontro tra Dio e l’uomo: un incontro di amore, salvezza e redenzione. Offriamo sull’altare la nostra vita. Affidiamola a Gesù, perché la benedica e la inserisca nel suo progetto d’amore.


Apoftegmi - Detti dei Padri

«Qualunque immagine appaia, colui che la vede non cada in trepidazione, ma piuttosto interroghi con sicurezza dicendo dapprima: "Chi sei tu e da dove vieni?"... Se si tratta di una potenza diabolica, subito si indebolirà vedendo un animo sicuro e vigoroso.

Antonio ai suoi monaci

Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

Il secondo gradino dell'umiltà si sale quando uno, non amando la propria volontà, non si compiace di soddisfare i suoi desideri, ma imita con i fatti quella parola del Signore che dice: «Non sono venuto a fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato» (Gv 6,38). E similmente la Scrittura dice: «La volontà propria merita la pena, mentre la costrizione procura il premio». Il terzo gradino dell'umiltà si sale quando uno per amor di Dio si sottomette al superiore in tutta obbedienza, imitando il Signore di cui dice l'apostolo: «Si è fatto obbediente al Padre fino alla morte» (Fil 2,8).

Cap.7,31-34.