Gesù, dopo aver rivelato la sua conoscenza e misericordia ai piccoli e ai poveri, li invita a formare con lui una sola famiglia, una comunione profonda e una gioia infinita attorno al suo banchetto eucaristico, fonte di vera guarigione. Nel racconto della moltiplicazione dei pani, Matteo sottolinea come Gesù anticipi e apra il regno di salvezza, compiendo un gesto significativo che si realizzerà pienamente nell’Ultima Cena: “Prese il pane, rese grazie e lo spezzò.” Con questo gesto, Gesù chiarisce la sua missione: donare la vita in abbondanza a tutta l’umanità e rivelare il vero amore del Padre. La Chiesa riconosce in Cristo l’unico pane di vita capace di saziare pienamente la fame del cuore umano, essendo egli la sorgente di ogni vita. Non sono solo i ciechi e i malati a essere invitati a partecipare a questo banchetto, simboleggiato dai pochi pani e pesci, ma anche noi. Siamo chiamati con umiltà di cuore ad accostarci alla mensa eucaristica, fonte di vita e comunione. Gesù conosce le nostre fragilità e ci risana attraverso i sacramenti, in particolare la Penitenza e l’Eucaristia, che sono il centro della nostra vita cristiana e della nostra comunione con lui.
Raccontavano che il padre Eladio solleva mangiare pane e sale. Quando giunse la Pasqua, si disse: "I fratelli mangiano pane e sale, io dovrei fare un piccolo sforzo a motivo della Pasqua: dato che gli altri giorni mangio seduto ora che è Pasqua, farò lo sforzo di mangiare in piedi".
I SACERDOTI DEL MONASTERO Se un abate si propone di ordinare presbitero o diacono un suo monaco, scelga tra i suoi chi sia degno di esercitare l'ufficio sacerdotale. L'ordinato però si guardi dallo spirito di vanagloria o di superbia e non ardisca fare se non ciò che gli viene ordinato dall'abate, sapendo di dover essere sottomesso ancora di più alla disciplina regolare. Né col pretesto del sacerdozio trascuri l'obbedienza alla Regola e la disciplina, ma anzi progredisca sempre di più nel cammino verso Dio. Mantenga sempre il posto che gli spetta secondo l'ingresso in monastero, eccetto per l'ufficio dell'altare e nel caso il voto della comunità e la decisione dell'abate lo abbiano promosso per i meriti della sua vita. Ma anche allora sappia che deve osservare le norme stabilite per i decani e i priori.