Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
01 - 07 Dicembre 2024
Tempo di Avvento I, Colore viola
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Martedì 03 dicembre 2024

Su di lui si poserà lo Spirito.

L'autore della prima lettura ci guida verso la grande rivelazione messianica: la nascita prodigiosa di un discendente della stirpe di Davide, un uomo sul quale lo Spirito Santo riversa la potenza e la sapienza di Dio. Egli viene per inaugurare una pace universale, garantire l'amore tra gli uomini e ristabilire il paradiso perduto. Anche il salmista conferma questa visione, descrivendo il Signore come un re di giustizia e di pace.
L'evangelista Luca, invece, presenta questa rivelazione come un dono, una grazia perfetta riservata a coloro che sanno accogliere e ascoltare la Parola del Signore. Questa apertura è propria dei piccoli, degli umili e dei semplici di cuore, come gli apostoli e la Santa Vergine, che hanno riconosciuto la propria insufficienza davanti a Dio e si sono lasciati trasformare dalla Sua Parola. Attraverso questo messaggio, l'evangelista ci invita a contemplare la relazione intima e amorosa tra il Padre e il Figlio, una comunione che viene condivisa con i piccoli e i poveri. Tuttavia, questo brano evangelico non è rivolto esclusivamente a loro, ma anche a noi. Tutti i cristiani sono chiamati a prestare un'attenzione speciale all'ascolto della Parola del Signore, vivendo con umiltà davanti a Dio e nei confronti del prossimo.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello domando all'anziano: "Come entra nell'anima il timore di Dio?". Disse l'anziano: "se l'uomo è umile, povero, e se non giudica gli altri, il timore di Dio entra in lui".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I MONACI PELLEGRINI

Inoltre se l'abate lo giudica degno, potrà assegnargli un posto più elevato. E questo non valga solo per un monaco, ma anche per uno che provenga dai sopraddetti gradi dei sacerdoti e dei chierici: cioè, se l'abate vede che la loro condotta lo merita, potrà elevarli a un posto superiore a quello dovuto per l'ingresso in monastero. L'abate però si guardi bene dall'ammettere nella propria comunità un monaco di altro monastero conosciuto, senza il consenso o le lettere commendatizie del suo abate, perché sta scritto: «Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te» (cf. Tb 4,16; Mt 7,12).

Cap.61,11-14.