Le persecuzioni più subdole e pericolose che la Chiesa ha subìto e subisce ancora, non sono quelle che manifestamente e con palese violenza l’avvèrsano, anzi sin dall’inizio, illuminata dallo Spirito, ha compreso che il sangue dei martiri è il seme fecondo che fa germogliare i frutti migliori nel suo campo. Le trame nascoste, le insidie interne, i tradimenti compiuti nel segreto, l’infedeltà dei ministri e dei fedeli, le apostasìe, gli abusi, sono queste le persecuzioni più pericolose perché, pur non causando spargimento di sangue e non mietendo vittime, creano disorientamento nel gregge di Cristo e causano la morte spirituale di tanti e tante. Gesù ha messo in guardia i suoi, prima ancora di inviarli a compiere la sua missione: “Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”. Oggi il Signore vuole fugare ogni paura e spegnere ogni timore nei suoi: “Non li temete dunque, poiché non v’è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato”. Gesù vuole dirci che momentaneamente gli uomini, nella loro malvagità, potranno tentare anche di oscurare o stravolgere la verità, ma questa di sua natura, perché sgorgata da Dio stesso, è destinata a trionfare, ad essere svelata: è un trionfo preannunciato. Occorre solo il coraggio, la fermezza di non desistere dinanzi alle umane opposizioni: la verità va gridata con tutta la nostra voce e con tutta la nostra vita: “Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti”. Già un salmista, cantando la gloria di Dio, con accenti profetici asseriva: “Per tutta la terra si diffonde la loro voce e ai confini del mondo la loro parola”. San Paolo parlando del suo ministero scrive: “Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita”. Risuonano nelle parole dell’Apostolo quelle già proclamate da Cristo: “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geénna”. Ciò implica una sapiente valutazione dei valori che lo stesso Dio ci ha donato: siamo corpo e spirito; il corpo è destinato a finire, l’anima è stata dotata di immortalità. Non siamo in grado di fare questa valutazione solo con la nostra ragione, occorre la fede, la luce dello Spirito e l’esperienza quotidiana. Ci conforta la risurrezione di Cristo: egli è passato attraverso la passione e la croce, ma per quella via ha conseguito la vittoria. Noi non possiamo pretendere di percorrere una strada diversa dalla sua.
Disse: "quanto più gli atleti fanno progressi, tanto più è forte l'avversario che attacca".
IN MONASTERO NESSUNO ARDISCA DIFENDERE UN ALTRO Bisogna assolutamente evitare che nel monastero un monaco ardisca difendere un altro o quasi proteggerlo per qualsiasi motivo, anche se fossero uniti da un qualche vincolo di parentela. In nessun modo i monaci osino far questo, perché ne può nascere gravissima occasione di scandalo. Chi trasgredisce questa norma, sia punito molto severamente.