Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
15 - 21 Gennaio 2023
Tempo Ordinario II, Colore verde
Lezionario: Ciclo A | Anno I, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Lunedì 16 gennaio 2023

Perché digiunare?

Abbiamo un grande sacerdote presso il Padre, canta il salmista. Infatti dice la prima lettura, Gesù è Sacerdote in quanto Figlio e Messia proclamato dalla parola di Dio. Però, a differenza dei sacerdoti umani, peccatori e limitati, non ha bisogno di offrire sacrifici per se stesso. Egli è il grande sacerdote che presenta al padre il dono della sua e della nostra vita. Nel vangelo invece sentiamo l’insegnamento di Gesù sul digiuno. Qual è il significato della pratica del digiuno religioso? Questa, infatti, è la preoccupazione del Vangelo di oggi. “I discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?»”. Ci sono delle domande ben fondate che servono a farci scoprire il significato delle cose, come quella del brano Evangelico odierno. I discepoli del Battista e i farisei sono fieri a compiere la pratica del digiuno. Però ciò che li sta nel cuore non è l’aver capito il vero senso del digiuno ma il fastidio che procura loro il fatto che i discepoli di Gesù non digiunano. Purtroppo è un atteggiamento che spesso si affaccia anche nella vita di noi cristiani quando ci troviamo di fronte alle persone che vivono o fanno cose diverse dalle nostre. Tutto sommato ciò che ci infastidisce è tropo spesso ciò che la diversità mette in discussione nel nostro “equilibrio precario”. Ma in fondo la diversità è una ricchezza perché ci aiuta a metterci in discussione, quindi mai avere paura del diverso, di chi non la pensa come me. Alla luce del Vangelo di oggi, Gesù, in maniera molto chiara, dice a coloro che lo interrogano ma anche a noi, che la funzione del digiuno religioso, non è fine a se stessa. Esso non è un modo per mostrare quanto si è bravi, ma assume senso solo in rapporto allo “sposo”, cioè ha senso solo dentro una relazione. Basta questa precisazione a rendere vuota qualunque pratica religiosa che si compie fuori da un’autentica relazione con Dio. Aiutaci Signore ad andare oltre i nostri schemi mentali che ci possono allontanare da Te. Amen!


Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse abbà Longino: «Da' il sangue e ricevi lo Spirito»

Non nel senso letterario ma figurativo. Donati completamente alla ricerca di Dio e riceverai i doni dello Spirito.

Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

Quando dunque uno assume il titolo di abate, deve guidare i suoi discepoli con un duplice insegnamento: cioè, tutto quello che è buono e santo mostrarlo più con i fatti che con le parole; in modo da proporre con le parole i comandamenti del Signore ai discepoli più maturi, invece ai duri di cuore e ai più rozzi mostrare con il suo esempio i precetti divini. Quanto poi avrà indicato ai suoi discepoli come contrario alla legge di Dio, dimostri con la sua condotta che bisogna evitarlo, perché non gli accada che, mentre predica agli altri, non sia trovato riprovevole proprio lui (cf. 1 Cor 9,27), e che un giorno Dio non debba dirgli a causa dei suoi peccati: «Perché vai ripetendo i miei decreti e hai sempre in bocca la mia alleanza, tu che detesti la disciplina e le mie parole te le getti alle spalle?» (Sal 49,16-17); e ancora: «Tu osservavi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, ma non ti sei accorto della trave che era nel tuo» (Mt 7,3).

Cap.2,11-15.