Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
08 - 14 Gennaio 2023
Tempo Ordinario I, Colore verde
Lezionario: Ciclo A | Anno I, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Venerdì 13 gennaio 2023

C'è sempre una soluzione...

“Non siano come i loro padri, generazione ribelle e ostinata, generazione dal cuore incostante e dallo spirito infedele a Dio”. Infatti, un grave rischio ci attende ogni giorno: essere incostanti nella fedeltà a Dio. Forse presumiamo di essere sempre sulla buona strada. Sarebbe meglio ogni tanto chiederci se per caso non siamo in realtà dei ribelli di fronte a Dio. Una cosa ci può liberare da questo rischio: accettare Gesù come l’unica risposta alle nostre preoccupazioni, alle nostre malattie… Effettivamente, come ci viene raccontato nel Vangelo di oggi, “si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola”. La fama, che gli ha procurato il lebbroso guarito del Vangelo d’ieri, diventa realtà in questo brano di oggi, in cui, la sola informazione che Gesù è in casa, ha come conseguenza, un assembramento così numeroso, che diventa impossibile perfino di entrare in case. In questa situazione solo chi è forte ce la può fare e chi è diversamente abile (e non solo fisicamente), non ce la potrà fare mai. Ecco il motivo per cui il paralitico è accompagnato dagli amici, con l’intenzione di farlo entrare dentro casa, proprio davanti a Gesù. E anche se abbiano trovato una situazione difficile da superare, eppure non si lasciano scoraggiare e trovano un ingegnoso modo per aggirare l’ostacolo: “Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico”. Evidentemente il vangelo di oggi ci spiega in che modo dobbiamo agire per rendere ancora efficace l’incontro con Cristo. Mai cioè scoraggiarsi, qualunque siano gli ostacoli. “Liberati dal peccato e diventati in Cristo creature nuove, siamo chiamati a essere segni vivi del Dio che ama e perdona, gratuitamente ogni uomo. Amen!


Apoftegmi - Detti dei Padri

Abba Irinio disse: Non ti stai fermando perché stai invecchiando. Stai invecchiando perché ti stai fermando.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

L'abate, che è ritenuto degno di essere posto a capo del monastero, deve sempre ricordarsi di come viene chiamato e confermare con i fatti il suo nome di superiore. Si sa invero per fede che nel monastero egli fa le veci di Cristo, dal momento che viene chiamato col suo stesso nome, secondo la parola dell'apostolo: «Avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre!» (Rm 8,15).

Cap.2.1-3.