Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
06 - 12 Febbraio 2022
Tempo Ordinario V, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Martedì 08 febbraio 2022

Le mani pulite

Se per un attimo riuscissimo a non leggere il vangelo in maniera solo moralistica forse riusciremmo a intuire una grandissima lezione, nascosta proprio nel vangelo di oggi: “Allora si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate (…) quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?»”. Leggendo frettolosamente questo brano è inevitabile schierarsi subito dalla parte di Gesù. Approfondendolo invece potremo scoprire meglio ciò che Gesù rimprovera loro, che non è cioé l’essere scribi e farisei, ma piuttosto la tentazione di avere un approccio alla fede solo di natura giuridica, legata alle loro antiche tradizioni. La fede non coincide con l’osservanza. La fede in Cristo è più grande della mera osservanza. Siamo chiamati a passare dalla osservanza al credere, perché solo così potremo incontrare veramente Dio che si è fatto carne e non un insieme di norme. Il disagio che questi scribi e farisei vivono, scaturisce dal rapporto che essi hanno con la sporcizia, con l’impurità. Per essi diventa sacra una purificazione che ha a che fare con le mani sporche, ma pensano che con un gesto esterno possano esorcizzare tutta la impurità che una persona potrebbe accumulare nel proprio cuore. E’ chiaro che è più facile lavarsi le mani che convertirsi. Gesù vuole dire loro esattamente questo: l’osservanza, anche se perfettamente religiosa, non ha senso, se non porta all’esperienza della fede, all’esperienza di quell’incontro con Dio. Il Signore rimprovera ai farisei e agli scribi che quella loro è solo una forma di ipocrisia, travestita da sacro. Diamoci da fare anche noi per un’esperienza autentica, per un incontro con Gesù, perché la fede nasce, cresce e matura da e in questo incontro.


Apoftegmi - Detti dei Padri

"Un fratello chiese ad abba Arsenio di dirgli una parola. L'anziano gli disse: «Lotta con tutte le tue forze perché la tua attività interiore sia secondo Dio e così vincerai le passioni esteriori».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

La divina Scrittura, fratelli, ci grida: «Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato» (Lc 14,11). E con questa affermazione vuol farci capire che ogni esaltazione è una specie di superbia; cosa da cui il profeta dichiara di guardarsi quando dice: «Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze» (Sal 130,1). E allora? «Se non nutro sentimenti di umiltà ma esalto il mio cuore, tu mi tratterai come un bambino svezzato dal seno di sua madre» (Sal 130,2 Volg.).

Cap.7,1-4.