Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
06 - 12 Febbraio 2022
Tempo Ordinario V, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Lunedì 07 febbraio 2022

Guarigioni a Gennesaret.

“E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccavano venivano salvati”. Nel Vangelo di oggi emerge ancora questo dettaglio molto interessante che ci collega perfettamente al gesto dell’emorroissa che, quasi disperatamente, ha cercato a tutti i costi di toccare il lembo del mantello di Gesù. La cosa che ci ha colpito della guarigione di quella donna, non è tanto il miracolo, che riguardava il corpo, ma l’ostinazione di Gesù nel cercare il suo sguardo. Si può dire che voleva costruire con lei una relazione, cioè andare oltre un rapporto basato su un bisogno, ma un rapporto basato sull’incontro. Gesù è ormai in pieno esercizio del suo ministero e la gente lo sta facilmente riconoscendo perché la sua fama si spargeva ovunque. Nel vangelo di oggi viene messa in risalto anche la fede di coloro che portavano i malati da Gesù, anche se, forse, non sapevano chi Lui fosse veramente. Vediamo quindi quanto vale l’intercessione che possiamo fare in favore degli altri. Nel contesto attuale, in cui si sta osservando la diffidenza nei confronti della Chiesa, quanto è importante che gli altri, attraverso la nostra testimonianza, tocchino Gesù e lo riconoscano. Infatti scrisse Taylor Caldwell: “la necessità più disperata dell’uomo moderno, la più terribile, è di avere qualcuno che lo ascolti, non come un paziente, ma come un’anima umana.”


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello ha detto ad un anziano: «Io non vedo lotte nel mio cuore». L'anziano gli rispose: «Tu sei un edificio aperto da tutti i lati. Chiunque entra da te e ne esce a proprio piacimento. E tu, tu non sai ciò che accade. Se tu avessi una porta, se tu la chiudessi ed impedissi ai cattivi pensieri di entrare, allora li vedresti fermi all'esterno e combattere contro di te».

Avere una porta per sapere ciò che accade.

Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'OBBEDIENZA DEI DISCEPOLI

E difatti parlare e insegnare è compito del maestro, tacere e ascoltare è dovere del discepolo. Quindi, se si deve chiedere qualcosa al superiore, lo si faccia con tutta umiltà e sommo rispetto, in modo da non parlare più di quanto sia conveniente. Quanto poi alle volgarità, alle parole inutili o alle buffonerie, le escludiamo nel modo più assoluto da tutto l'ambito del monastero e non permettiamo che il discepolo apra la bocca a tali discorsi.

Cap.6,6-8.