Bakhita, ovvero «Fortunata» (Darfur, Sudan, 1869 - Schio, Vicenza, 1947), fu il nome assegnato a una bambina africana, rapita e venduta come schiava da mercanti. Dopo esser stata di proprietà di vari padroni, fu acquistata dal console italiano a Karthoum il quale la condusse con sé a Venezia. Conobbe la fede cattolica e ricevette il Battesimo, assumendo il nome di Giuseppina. Entrata fra le Canossiane, visse a Schio, dove si distinse per la grande carità verso i bisognosi.
O Dio, che hai elevato santa Giuseppina [Bakhita] dalla misera condizione di schiava alla dignità di figlia tua e sposa di Cristo, concedi che, sul suo esempio, seguiamo con amore fedele il Signore Gesù crocifisso e, dediti alle opere di misericordia, perseveriamo nella carità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Dal Comune delle vergini: per una vergine