Gli apostoli stentano a credere al loro maestro; specialmente quando egli parla di passione e di morte sembra che le loro orecchie siano chiuse ermeticamente a quelle parole. Evidentemente la loro fede è ancora debole, ancora non si sono aperti alla luce divina. Il cieco, mendicante lungo la strada, venuto a sapere che passa Gesù di Nazareth, comincia a gridare la sua preghiera. La cecità del corpo e dello spirito non consentono di valutare le distanze che ci separano da Cristo e la pochezza della fede fa sì che la preghiera diventi un grido accorato verso Dio. Egli implora la pietà di Cristo. Gli astanti invece, presi da falso zelo, sgridano il povero cieco e lo invitano a tacere. Il dolore però ha le sue legittime esigenze e nessuno può pretendere che taccia e rimanga soffocato nell'angoscia della solitudine e dell'abbandono: quante volte si ripete questa scena per le strade del mondo. Il povero, il malato, l'aggredito che grida, deve tacere perché disturba la quiete dei sani! Gesù chiama a sé quel poveretto e vuole da lui solo che espliciti meglio la sua richiesta di aiuto. «Signore che io riabbia la vista» e la risposta di Gesù: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». I suoi occhi si aprono e la fede brilla nel suo cuore: segue Gesù e dà lode a Dio. Il popolo che prima aveva cercato di far tacere il suo grido di preghiera, ora finalmente si unisce al miracolato nella preghiera di lode al Signore. È questa la vera e completa guarigione: la nascita della fede, l'aprirsi alla luce divina, vederci chiaro con l'occhio dello spirito. E dare testimonianza alla grandezza di Dio.
L'Abba Pastor disse: Allontanati da ogni uomo che quando discorre polemizza continuamente.
SE IL MONACO PUÒ RICEVERE LETTERE O ALTRE COSE Non sia assolutamente permesso al monaco ricevere, senza il consenso dell'abate, lettere, pii regali o qualunque altro benché piccolo oggetto, sia da parte dei parenti che di qualsiasi altra persona, né di mandarli loro e neppure di scambiarseli tra i fratelli. E anche se dai suoi parenti gli viene inviata qualche cosa, non ardisca accettarla senza averne prima avvisato l'abate. Se l'abate poi darà il permesso di accettarla, abbia piena facoltà di destinarla a chi vuole; e non si rattristi di ciò il fratello a cui la cosa era stata inviata, per non dare occasione al diavolo. Chi oserà agire diversamente, sia sottoposto alla disciplina regolare.