Oggi siamo invitati a meditare sulla vigilanza, una delle virtù della vita cristiana. La vigilanza, alla quale ci chiama Gesù, nasce da un ben preciso atteggiamento interiore che è formato dalla volontà di seguire sempre gli insegnamenti proposti da Gesù. Da qui sorge la docilità del cuore e la prontezza delle nostre azioni. Non è mai troppo presto per compiere le buone azioni! La nostra fede in Gesù Cristo ci assicura della sua infinita misericordia, pronta sempre ad accogliere chi si dimostra disponibile ad accettare il suo amore ma noi non possiamo abusare di ciò. Vediamo allora che la vigilanza non è solo una virtù che influisce sulle nostre opere ma attiene direttamente alla vita spirituale in Cristo: è la testimonianza del nostro amore per Cristo e per i fratelli, perché è il nostro desiderio di operare sempre per il bene e nel bene. Da un atteggiamento interiore di amore nasce quindi la nostra azione di amore: è l'applicazione del comandamento dell'amore che lo stesso Gesù ci ha ricordato.
«Quando tu desideri conoscere la tua misura, quale tu sei, se la tua anima è sulla strada o ne è fuori; (o desideri conoscere) la tua saldezza o la tua pochezza, metti alla prova la tua anima nella preghiera. Questa è infatti lo specchio dell'anima, e il saggiatore delle sue macchie e della sua bellezza. Lì si rivelano la falsità e le bellezze del pensiero... Nel tempo della preghiera si vede, in modo luminoso, da cosa è mosso o in quali moti si affatica il pensiero».
QUANTI SALMI DEVONO DIRSI ALL'UFFICIO NOTTURNO Durante il periodo invernale si dica [prima il versetto: «O Dio, vieni a salvarmi» (Sal 69,2), e poi] per tre volte: «Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode» (Sal 50,17); cui si aggiunga il salmo e il Gloria; 3quindi il salmo 94 con l'antifona oppure cantato lentamente; segua l'inno; poi sei salmi con le antifone. Finiti questi e detto il versetto, l'abate dia la benedizione; allora tutti siedano negli scanni e i fratelli a turno leggano dal codice posto sull'ambone tre letture intercalate dal canto di tre responsori. Due responsori si cantino senza il Gloria, ma dopo la terza lettura il lettore aggiunga il Gloria; e appena intonato, tutti immediatamente si alzino dai loro sedili, in onore e riverenza alla Santa Trinità.