Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
26 Aprile - 02 Maggio 2020
Tempo di Pasqua III, Colore bianco
Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Lunedì 27 aprile 2020

Come Stefano…

Il diacono Stefano è pieno di grazia e fa grandi prodigi e miracoli. Il popolo è colmo di ammirazione per lui e molti aderiscono alla fede in Cristo. I nemici, gli irriducibili nemici di Cristo e dei suoi seguaci, non resistono alla sua sapienza ispirata. Allora scatta in essi la malefica molla della gelosia, dell’orgoglio e della vendetta. Possiamo ben dire invece che la luce del Cristo risorto splende intensamente su questo santo discepolo, splende sulla Chiesa nascente che è sgorgata dal Redentore come sacramento universale di salvezza. Ancora una volta per accusare il fedele diacono e poterlo condannare alla lapidazione, come hanno fatto con il Signore Gesù, debbono ricorrere alla menzogna. Non sanno però nella loro cecità, che sin dal martirio di Cristo in poi, tutti coloro che come Lui, offrono la vita per difendere la fede e la verità danno ulteriore forza e nuova vitalità alla comunità dei credenti e più vigore a tutta la Chiesa. I persecutori ignorano la fecondità del martirio! “Il sangue dei martiri - diceva Tertulliano - è seme di nuovi cristiani”. Nella pericope evangelica ci è dato di vederne con evidenza gli effetti: una folla è alla ricerca di Gesù e quasi lo insegue. Inizialmente anche per la meraviglia del grande miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, ma poi perché sempre più affascinata da una dottrina nuova annunciata con autorità. Il Signore infatti indica un modo più intimo e radicale per sfamarsi non soltanto nel corpo: “Procuratevi - egli afferma - non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà”. Il cibo che sazia l’anima e non perisce è la Parola di Dio incarnata nel Pane di vita: il nutrimento divino che consente, guidati e sorretti dalla fede, di compiere con tutte le forze e con tutta la vita, le opere di Dio. E’ la via della nostra personale santificazione. È l’interiore illuminazione dello Spirito che ci garantisce la fedeltà alla nostra vocazione fino alla fine, fino al martirio, come ha saputo fare Santo Stefano e dopo di lui la schiera innumerevole dei martiri di tutti i tempi e di tutti coloro che hanno vissuto in modo eroico le virtù cristiane.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un giorno abba Isacco il Tebano si recò in un monastero e, vedendo un fratello peccare, lo condannò. Partito per il deserto, gli si fece innanzi un angelo del Signore che si fermò davanti alla porta della sua cella e gli disse: "Non ti lascio entrare". Quello lo pregava: "Ma perché mai?". L'angelo gli rispose: "Mi ha inviato Dio dicendo: 'Digli: Dove ordini che io getti il fratello che è caduto e che tu hai giudicato?"'. Subito l'anziano si pentì e disse: "Ho peccato, perdonami". E l'angelo disse: "Alzati, Dio ti ha perdonato. Guardati d'ora in poi dal giudicare qualcuno, prima che l'abbia giudicato Dio".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUELLI CHE SBAGLIANO IN CORO

Se qualcuno nel recitare salmo, responsorio, antifona o lettura commette uno sbaglio e non si umilia subito lì davanti a tutti con una pubblica soddisfazione, sia sottoposto a più grave castigo, perché non ha voluto riparare con un atto d'umiltà l'errore dovuto alla sua negligenza. I fanciulli invece, per mancanze di questo genere, siano battuti.

Cap.45,1-3.