Per comprendere il vero significato dell’episodio che oggi ci racconta Marco dobbiamo premettere due riflessioni: l’evangelista sta guidando passo passo la sua comunità, di origine pagana, e ci tiene a far sapere che Gesù spesso valica i confini della Palestina per raggiungere i pagani di allora. Oggi lo troviamo nella regione di Tiro. Più importante è ricordare che Gesù si definisce pastore buono che offre la vita per le pecore. Poi aggiunge: «E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore». Tra le altre pecore, non ancora ascritte all’ovile di Cristo, c’è una donna, di lingua greca e di origine siro-fenicia, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro. Appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi e lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. L’amore materno, il più simile a quello di Dio, detta gesti e parole a questa donna: la fiducia che lei ripone in Gesù la convince che non potrà negargli le briciole anche se ancora non può ritenersi figlia a pieno titolo. Alla supplica aggiunge l’umiltà e fa crescere la fiducia. E Gesù l’ammira e la premia «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Ancora oggi non dovremmo mai mettere limiti all’azione divina nel mondo. Come buon seminatore sparge ovunque il buon seme e come pastore è sempre alla ricerca delle pecore lontane e smarrite.
«Gli anziani dicevano: "Ad ogni pensiero che ti assale chiedi: "Sei dei nostri o vieni dall'Avversario?". Te lo dirà certamente!"».
L'UMILTÀ Quanto poi alla volontà propria, dalla Scrittura ci viene proibito di compierla quando dice: «Non seguire le tue voglie» (Sir 18,30); e similmente nel Padre Nostro preghiamo Dio che si faccia in noi la sua volontà. A ragione dunque ci viene insegnato di non compiere la nostra volontà, se evitiamo l'inganno di cui parla la Scrittura santa quando dice: «Ci sono delle vie che all'uomo sembrano diritte, ma che invece sboccano nel profondo dell'inferno» (Pr 16,25); e similmente ci guardiamo da ciò che si dice dei negligenti: «Sono corrotti e sono diventati abominevoli nelle loro voglie» (Sal 13,1 Volg.). Quanto infine ai desideri della carne, crediamo ugualmente che Dio ci è sempre presente, secondo ciò che dice il profeta: «Signore, davanti a te è ogni mio desiderio» (Sal 37,10). Guardiamoci dunque dai cattivi desideri, perché la morte è posta sulla soglia del piacere; perciò la Scrittura raccomanda: «Non andar dietro alle tue concupiscenze» (Sir 28,30).