Il popolo d'Israele non è più lasciato nell'abbandono a motivo delle sue colpe e infedeltà: l'amore di Dio lo riprende e si compiace in lui. Ora un vincolo sponsale lega Dio con il suo popolo. Questo vincolo diventerà perfetto e indissolubile quando l'umanità sarà congiunta con Gesù, il Figlio di Dio, lo Sposo della Chiesa. C'è un solo Spirito, che tiene unita tutta la comunità cristiana. Dall'unico Spirito derivano i vari doni, o, come dice San Paolo, i vari carismi e grazie: chi ne ha l'una, chi ne ha l'altra. Ma sono doni che vanno spesi per l'utilità comune, per il bene di tutti. Con la presenza alle nozze di Cana, Gesù prefigura la sua presenza nelle nozze cristiane con il sacramento che santifica l'amore. Il miracolo trasforma l'acqua in vino: la legge con i suoi riti di purificazione, è sostituita dal vino del nuovo Testamento. Il miracolo di Cana è il primo segno che inizia la manifestazione di una realtà, la gloria di Gesù, e pròvoca l'adesione di fede dei discepoli. Il segno rivelativo massimo di questa gloria si ha nell'esaltazione della croce, intimamente legata all'evento della risurrezione; è lì che Cristo manifesta la pienezza del suo amore per gli uomini e l'integrità della sua docilità al volere del Padre; è lì che si compie la sua ora verso cui è tesa l'intera sua vita. L'ora infatti è il tempo del compimento del grande disegno del Padre, la salvezza degli uomini mediante il sacrificio del Figlio. In questo contesto qual è il senso dell'intervento della Madonna? Non è soltanto un atto materno di premura in favore di una coppia in difficoltà, ben di più, è l'espressione del rapporto che lega Maria a Gesù nell'opera redentiva. Attraverso l'opera premurosa di Maria, Gesù continua a distribuire oggi il buon vino della nuova e definitiva alleanza che è l'amore. A noi spetta il compito di accogliere docilmente il dono secondo il monito di Maria: “Fate quello che vi dirà”.
Un fratello chiese ad abba Arsenio di dirgli una parola. E l'anziano gli disse: "Lotta con tutte le tue forze perché il lavoro che fai dentro di te sia secondo Dio e così vincerai le passioni di fuori"
QUALE DEVE ESSERE L'ABATE L'abate ricordi sempre ciò che è, ricordi come viene chiamato e sappia che a chi è stato affidato molto sarà richiesto molto di più (cf. Lc 12,48). Si renda conto di quanto sia difficile e arduo l'incarico che si è assunto, quello di guidare le anime e di mettersi al servizio della diversa indole di molti, dovendo trattare uno con la dolcezza, un altro con i rimproveri, un altro ancora con la persuasione; e, secondo il temperamento e il grado di intelligenza di ciascuno, egli si adatti e conformi a tutti, in modo che non solo non abbia a subire perdite nel gregge a lui affidato, ma anzi possa rallegrarsi dell'incremento del buon gregge.