La liturgia di questa domenica, i cui accenti già preludono al Tempo dell'Avvento imminente, è soffusa di speranza e di consolazione, velate alquanto da un linguaggio apocalittico. “Dopo quella tribolazione - così inizia il Vangelo - viene descritto lo svolgimento di una catastrofe cosmica, è come dire, che è in atto un evento divino. Su tutto prevale la consapevolezza e la speranza che l'avvenimento decisivo, il senso ultimo della nostra vita e di quella dell'intera umanità, non sono ancora perfettamente avverate, ma stanno per esserlo, in relazione alla venuta del Figlio dell'uomo. La grande notizia del Vangelo è che Gesù si è offerto per la salvezza di tutti. In lui le promesse di Dio si sono compiute. Così si offre allo sguardo degli eletti la figura vittoriosa di Cristo: “Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria”. I segni della morte non ci sono più; Cristo ritorna vincitore. Ecco la novità che è stata preparata per coloro che hanno saputo affrontare la battaglia della fede, resistere alla seduzione dei falsi profeti, rimanendo tenacemente ancorati alla parola di Cristo, e soffrire per la causa del Vangelo. “Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti”. Il tempo della prova avrà fine. La speranza dei credenti è rivolta verso questa grande liberazione. Vengono indicati i segni “quando il fico mette le foglie, voi sapete che l'estate è vicina”, l'avverarsi di questi eventi. Gesù non si interessa delle date. Ciò che importa è la certezza della sua venuta finale e la necessità della perseveranza nel bene. Per questa sua venuta gloriosa, Gesù impegna se stesso con una solenne affermazione: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. Impegniamoci nel fluire del tempo, sapendo di essere costruttori della storia della salvezza, insieme con Cristo.
Umiltà A un fratello apparve il diavolo trasformato in angelo della luce e gli disse: Sono l'arcangelo Gabriele e sono stato inviato presso di te. Allora egli rispose: Vedi un po' se per caso non sei stato mandato presso qualcun altro; infatti non merito che mi si mandi un angelo. Da quel momento il diavolo scomparve.
VESTI E CALZATURE DEI FRATELLI Per l'arredamento del letto bastino un pagliericcio, una coperta leggera, una coperta di lana e il guanciale. Però i letti devono essere di frequente ispezionati dall'abate, per vedere se vi si nasconda qualcosa di proprietà privata. E se vi si trovasse qualcosa non ricevuta dall'abate, quel monaco sia sottoposto a gravissima punizione. E affinché sia estirpato fin dalle radici questo vizio della proprietà, l'abate dia tutto ciò che è necessario, cioè: cocolla, tunica, calze, scarpe, cinturone, coltello, stilo, ago, fazzoletti, tavolette, in modo da togliere ogni pretesto di necessità. Tuttavia l'abate tenga sempre presente quel detto degli Atti degli Apostoli, che veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno (At 4,35). Così anche lui prenda in considerazione le necessità dei più deboli, non la cattiva volontà degli invidiosi; in ogni sua decisione pensi però al giudizio di Dio.