Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
24 - 30 Dicembre 2017
Tempo di Natale I, Colore bianco
Lezionario: Ciclo B, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Lunedì 25 dicembre 2017

Dio, Speranza dell'uomo.

Il prologo del Vangelo di Giovanni è un inno al Verbo, che sintetizza in modo solenne i temi fondamentali di tutto il Vangelo: il Verbo è vita, luce, verità... Dio si è fatto uomo, è diventato come noi, uno di noi. L’incarnazione del Figlio di Dio ha impregnato di Cristo tutta la storia e la vita di ogni uomo. L’ardente sete di infinito brucia dentro di noi, ma non c’è per noi riposo vero fuori di Dio, come affermava sant’Agostino. Non riusciremo mai ad attingere questa pienezza, a cui tanto aspiriamo se facciamo conto esclusivamente sulle nostre forze. Dio diventa speranza per gli uomini destinati alla morte, poiché morendo ci meritò la vita e ci aprì un nuovo futuro. Tutto ciò si rivela già nella sua nascita: il debole bambino che giace nella mangiatoia è il salvatore del mondo. Nella prima lettura vediamo che Dio ritorna ad abitare fra di noi. Con volo profetico l’autore si trasporta a Gerusalemme vede giungere il messaggero della liberazione, cioè colui che porta la più consolante notizia della storia di Israele. Il profeta riprende e commenta mirabilmente concetti quali: pace, buona notizia, salvezza. Essi sono sinonimi che indicano una nuova condizione in cui si trova Israele, che gode della pienezza dei beni materiali e spirituali. Nella seconda lettura ci viene descritta la comunità cristiana come beneficiaria della piena manifestazione di Dio agli uomini mediante Cristo che, risorto e assiso alla destra della maestà nell’alto dei cieli, è però anche rimasto presente nella sua Chiesa. Chi vive il mistero di Cristo non può più ritenere insignificante se stesso oppure quello che fa. Nel lavoro, nello studio, nel gioco, nella preghiera, nella sofferenza, noi entriamo in sintonia con l’universo intero che rivela la presenza autorevole del Creatore. Il salmo 97 invita a cantare al Signore un canto nuovo. Si direbbe che, sotto la spinta emotiva degli eventi, il salmista sia come sopraffatto dalla ressa dei sentimenti. Anche noi in questo Natale dovremmo sentire tutti quei sentimenti che afferiscono in particolar modo allo stupore di un Dio che si fa uomo e quindi comincia la sua vita come ogni essere umano. Chi può avere paura di un Dio che è bambino? Molte volte e in diversi modi Dio ha parlato ai nostri padri per mezzo dei profeti; oggi, invece, parla a noi per mezzo del Figlio. GLORIA IN EXCESIS DEO!


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Post annuam mysterii paschalis celebrationem, nihil antiquis habet Ecclesia quam memoriam Nativitatis Domini et primarum eius manifestationem recolere: quod fit tempore Nativitatis. (AC,32)
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LETTURE:

Messa della Vigilia: Is 62,1-5; Ps 88; Act 13,16-17.22-25; Mt 1,1-25
Messa della Notte: Is 9,1-6; Ps 95; Tit 2,11-14; Lc 2,1-14
Messa dell'Aurora: Is 62,11-12; Ps 96; Tit 3,4-7; Lc 2,15-20
Messa del Giorno: Is 52,7-10; Ps 97; Hebr 1,1-6; Io 1,1-18

Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse: "quanto più gli atleti fanno progressi, tanto più è forte l'avversario che attacca".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IN MONASTERO NESSUNO ARDISCA DIFENDERE UN ALTRO

Bisogna assolutamente evitare che nel monastero un monaco ardisca difendere un altro o quasi proteggerlo per qualsiasi motivo, anche se fossero uniti da un qualche vincolo di parentela. In nessun modo i monaci osino far questo, perché ne può nascere gravissima occasione di scandalo. Chi trasgredisce questa norma, sia punito molto severamente.

Cap.69,1-4.