Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
17 - 23 Dicembre 2017
Tempo di Avvento III, Colore rosa
Lezionario: Ciclo B, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Mercoledì 20 dicembre 2017

Volontà di Dio, volontà dell’uomo.

«Ancella del Signore», perché Dio è il vero, unico Signore, e colei che in quest’ora diventa signora è sua serva. C’è l’umile riconoscimento della verità, riconoscimento della distanza tra creatore e creatura, tra volontà determinante che esige e crea in sovrana libertà e la volontà determinata di una persona umana la cui volontà consiste nell’adattarsi alla volontà di Dio, per spingere tutto nella direzione del Signore. “Mi avvenga” è ad un tempo disposizione passiva e adesione attiva. Dio ha messo il fattore umano sotto la forma dell’evento e della storia. Nella prima lettura vediamo che la politica suggerita dal profeta era quella della fede in Dio. La strada battuta dal re Acaz era invece quella delle alleanze umane. In questi frangenti drammatici in cui era in gioco la credibilità di Dio e le promesse messianiche, la nascita di un figlio al re doveva garantire il popolo sulla prossima liberazione dai nemici, simbolo di una salvezza futura. Nonostante l’incredulità di Acaz, Isaia promette un segno della presenza di Dio che salva. La figura dell’Emmanuele futuro si presentava così vicina e chiara agli occhi del profeta, che egli poteva valutare attraverso di lui anche gli avvenimenti attuali. Egli vedeva la vergine col bambino e insieme i fatti luttuosi che minacciavano il paese. Il salmo 23 celebra l’ingresso trionfale dell’Arca dell’Alleanza nel Tempio. Tra le molteplici prefigurazioni messianiche additate dalla tradizione emerge quella che nell’ingresso trionfale del re della gloria al di là delle porte eterne, vede annunziata la gloriosa Ascensione di Cristo al Cielo, alla destra del Padre. Apriamo il nostro cuore al Signore, affinché volontà di Dio e volontà umana s’incontrino per vivere in spirito e verità.


O Chiave di Davide, che apri le porte del Regno dei cieli:
vieni, e libera l’uomo prigioniero che giace nelle tenebre.

Apoftegmi - Detti dei Padri

L'abba disse: "non vi è virtù così grande come il non disprezzare".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I PORTINAI DEL MONASTERO

Alla porta del monastero sia posto un fratello anziano saggio, capace di ricevere e dare una risposta e la cui età avanzata non gli permetta di andar vagando qua e là. Il portinaio deve avere la sua cella vicino alla porta, perché chi arriva al monastero trovi sempre uno pronto a dare una risposta. E appena qualcuno bussa o un povero chiama, egli dica subito Deo gratias oppure Benedic; e con tutta la dolcezza suggerita dal timor di Dio dia la risposta prontamente con fervore di carità. Se il portinaio ha bisogno di aiuto, gli si dia un fratello più giovane.

Cap.66,1-5.