Dio è amore. È la sua essenza che ci viene rivelata come soffio, come àlito vivificante sin dalla creazione. Abbiamo scoperto che è fonte di vita, fonte di tutte le forme di vita, riempie di sé l'universo. Sappiamo che lo Spirito ci rende somiglianti a Dio. Sappiamo che nella pienezza dei tempi ha adombrato la Vergine di Nazareth e l'ha resa madre di Gesù redentore, conservando intatta la sua verginità. Sappiamo che è lo stesso Spirito a rivelare a Elisabetta che colei che la sta salutando è "la madre del Signore". Illumina nel tempio il santo Simeone e la profetessa Anna. Parla ai dottori per bocca del bambino Gesù. Rivela nelle acque del Giordano che il battezzato è il Figlio di Dio, l'Eletto. Viene ripetutamente annunciato e promesso dallo stesso Gesù agli Apostoli, inizialmente tristi alla notizia della sua prossima dipartita. Viene atteso e invocato nel cenacolo dagli Undici, radunati in preghiera con la Madre Santissima. Oggi pentecoste scende sulla Chiesa nascente: scende su tutta la Chiesa per santificare, illuminare e fortificare. Scende affinché gli inviati nel mondo, quelli di allora e quelli di oggi, non si sentano soli, affinché non abbiano a temere, affinché sappiano superare le prove che li attendono, affinché siano pronti a dare la suprema testimonianza di fedeltà e di amore al loro maestro anche con il dono della vita. Scende sotto forma di lingue di fuoco: la Parola da annunciare ha in sé un connaturale ardore divino e deve infuocare d'amore i cuori dei credenti. Sgorga dal cuore stesso di Dio, sgorga come un effluvio dalla croce di Cristo, sgorga dal suo costato trafitto dalla lancia. Sgorga dal cenacolo e dal sepolcro vuoto e dall'annuncio che ormai il mondo intero conosce: Egli è vivo, è risorto, ha vinto il peccato, ha vinto la morte, ci ha ridonato la vita. È l'Alito nuovo di Dio che fa rinascere le sue creature a vita nuova. Lo Spirito è entrato nella Chiesa e i pavidi sono diventati araldi intrepidi del Vangelo. Anch'essi affrontano il "mondo" e vincono e cantano un canto nuovo, il canto dei risorti. I pescatori di pesci sono diventati pescatori di uomini e i tremanti e fuggitivi della passione ora gridano nelle piazze e stanno cambiando il mondo. Sembrerebbe che ora quello Spirito non sia più desiderato, invocato ed accolto. Sta prendendo il sopravvento lo spirito del mondo, quella insana presunzione che ci fa credere di poter agire e vivere senza di Lui. Allo Spirito di Dio si vuol sostituire l'intelligenza e la superbia dell'uomo. Stiamo costatando con spavento quali sono le terrificanti conseguenze di questo peccato contro lo Spirito Santo. Freddo e buio stanno calando sul mondo che trema. Che tristezza! Ma lui c'è. Agisce. E alla fine vincerà.
Uno degli anziani disse: Proprio come l'ape, dovunque vada, fa il miele, così il monaco, dovunque vada, se va a fare la volontà di Dio produce sempre la dolcezza delle opere buone.
NORME PER L'ACCETTAZIONE DEI FRATELLI Se egli promette di perseverare nella sua stabilità, dopo due mesi gli si legga di seguito questa Regola e gli si dica: «Ecco la legge sotto la quale tu vuoi militare: se puoi osservarla, entra; se non puoi, va' pure via liberamente». Se rimane fermo nella sua decisione, lo si riconduca nel suddetto locale del noviziato e di nuovo sia messa alla prova in tutto la sua pazienza. Passati sei mesi, gli si rilegga la Regola, affinché sappia che cosa abbraccia. E se ancora persevera, dopo altri quattro mesi gli si rilegga di nuovo la Regola.