Ormai il dissidio con gli scribi e farisei è aperto, in esso non sono in discussione le leggi di Mosè ma la loro modalità di applicazione. Nelle parole di Gesù, sono contenute non solo ammonizioni concrete di vita ma anche un insegnamento più profondo. E' evidente infatti, il ribaltamento dei valori che Gesù opera tra l'apparenza e l'essere. Con il condannare una devozione legata all'apparenza Gesù insegna i valori del vero essere. Nessuna pisside, di qualsiasi metallo forgiata ed arricchita da tutte le pietre preziose, può avere un valore simile all'Ostia Consacrata in essa contenuta. La preziosità dell'altare non è lusso sfarzoso e appariscente ma è funzionale al suo uso sacro. Il rimprovero al comportamento diventa esortazione alla ricerca di ciò che è veramente importante. Questo è l'insegnamento valido anche per noi troppo spesso abbagliati ed affascinati dall'effimero e dal passeggero.
Dio ascolta realmente la nostra povera voce, le nostre fragili parole.
L'UMILTÀ Ecco, quando il monaco avrà asceso tutti questi gradini dell'umiltà, allora giungerà a quell'amore che, essendo perfetto, scaccia via il timore (1 Gv 4,18); e per mezzo di esso tutto ciò che prima osservava non senza una certa paura, comincerà ora a compierlo senza alcuna fatica ma quasi naturalmente, come per abitudine, non già per timore dell'inferno, ma per amore di Cristo, per la stessa buona abitudine e per il gusto della virtù. Tutto questo il Signore si degnerà di mostrare, per mezzo dello Spirito Santo, nel suo operaio ormai purificato dai vizi e dai peccati!