Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
18 - 24 Dicembre 2011
Tempo di Avvento IV, Colore viola
Lezionario: Ciclo B, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Mercoledì 21 dicembre 2011

Il segno e la realtà.

La "Donna" dopo essere stata promessa da Dio stesso, preannunciata ancora dal profeta come segno, oggi per bocca dell'Angelo, rivela il compimento del mistero in Maria santissima. Ne proclama al mondo lo splendore e ci fa conoscere l'arcano disegno di averla come Madre del suo Figlio incarnato e vittoriosa sul maligno. La piena di grazia, l'Immacolata, la prossima mamma di Gesù, oggi la contempliamo mentre davvero come umile ancella, sollecita sale la montagna per raggiungere la sua parente Elisabetta e prestarle aiuto, perché anche lei prossima alla straordinaria maternità nonostante fosse ormai sterile. Il Messia e il suo precursore ancora in seno alle rispettive mamme, si incontrano, si salutano esultano. La Vergine con il suo saluto trasfonde lo Spirito in Elisabetta e lei così illuminata chiama Maria "Madre del mio Signore", ne riconosce la nuova portentosa identità. La materna sollecitudine di Maria, la festosa accoglienza di Elisabetta, l'esperienza delle due mamme, vissuta dell'amore vicendevole, svelano il mistero della divina maternità della vergine e allora fervente e intenso si leva il canto del Magnficat, la lode a Dio per le sue grandi opere e per la sua misericordia. Ciò che Maria serbava nel cuore, nel suo silenzio adorante è stato svelato, quindi non può tacere la gioia, la gratitudine e la lode a Dio. La Chiesa ha fatto suo l'inno di Maria e ogni giorno, quando il sole volge al declino e si recita la preghiera serale del vespro, monaci, religiosi e religiose, sacerdoti e semplici fedeli, cantano con Maria il Magnificat, per lodare Dio e per proclamarla ancora «beata». La "Visitazione" serve anche a svelarci il ruolo che la Madre di Cristo svolge in continuità per tutti noi: è ancora Lei a soccorrere dovunque urge la sua presenza, è Lei ad andare sollecita da chi con umiltà e fede la invoca.


O Emmanuele, nostro re e legislatore:
vieni a salvarci, Signore, nostro Dio.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Il padre Teodoro racconto: "Quando ero più giovane, ho abitato nel deserto. Un giorno andai al forno per fare due pani, ritrovai un fratello che voleva fare del pane, ma non aveva nessuno che gli desse una mano. Lasciai allora i miei pani per aiutarlo. Ma, appena fui libero, giunse un altro fratello, e ancora gli diedi una mano e feci i pani per lui. Quindi ne giunse un terzo e feci altrettanto, così per tutti quelli che venivano al forno della comunità: feci in tal modo sei infornate di pani. Infine, quando non venne più nessuno, feci i miei due pani".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I PORTINAI DEL MONASTERO

Il monastero poi, se è possibile, deve essere organizzato in modo da avere all'interno tutto ciò che è necessario: cioè l'acqua, il mulino, l'orto, le officine per i diversi mestieri; cosicché i monaci non abbiano necessità di andar fuori, cosa questa che non giova affatto alle loro anime.
Vogliamo infine che questa Regola sia letta spesso in comunità, perché nessun fratello possa addurre il pretesto di non conoscerla.

Cap.66,6-8.