È una delle immagini più forti e significative che ci propone Gesù con il contrasto tra lo splendore dei sepolcri e il suo contenuto. Ancora una volta, Gesù non critica le convinzioni religiose dei farisei e degli scribi; la sua invettiva è rivolta all'ipocrisia di chi vuole mostrarsi per quello che non è. Sarebbe troppo facile per noi oggi confinare questo discorso di Gesù ad un ben preciso momento storico-culturale in una cornice prettamente religiosa. Dovremmo avere la capacità di leggere gli insegnamenti di Gesù in modo più largo, in modo da potervi inserire tutta la nostra vita. Siamo esortati quindi a vedere la nostra vita ed i nostri comportamenti in tutti i suoi aspetti: dagli affetti familiari, alla sfera lavorativa o di studio e alla nostra immagine sociale. Il metro di campione di come valutare ciò è Gesù stesso, con la sua vita, il suo insegnamento e il suo modo di operare. In Lui riconosciamo la via, la vita e la verità con la quale confrontarci sempre in modo semplice e leale nella fiducia del suo infinito amore.
Dio ascolta realmente la nostra povera voce, le nostre fragili parole.
L'UMILTÀ Ecco, quando il monaco avrà asceso tutti questi gradini dell'umiltà, allora giungerà a quell'amore che, essendo perfetto, scaccia via il timore (1 Gv 4,18); e per mezzo di esso tutto ciò che prima osservava non senza una certa paura, comincerà ora a compierlo senza alcuna fatica ma quasi naturalmente, come per abitudine, non già per timore dell'inferno, ma per amore di Cristo, per la stessa buona abitudine e per il gusto della virtù. Tutto questo il Signore si degnerà di mostrare, per mezzo dello Spirito Santo, nel suo operaio ormai purificato dai vizi e dai peccati!