Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
03 - 09 Febbraio 2008
Tempo di Quaresima , Colore viola
Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Venerdì 08 febbraio 2008

Una domanda lecita dei discepoli di Giovanni.

Il brano evangelico che liturgia ci propone oggi, si sviluppa attorno ad una domanda che i discepoli di Giovanni pongono a Gesù. Proprio questi discepoli hanno notato una differenza di comportamento tra di loro e i farisei, da un lato e i discepoli di Gesù, dall'altro. Sembra che Gesù ammetta per i suoi discepoli una pratica meno severa ed esigente di quanto non sia concesso ad altri. Con questa domanda in realtà i discepoli di Giovanni sembra che vogliano sottintendere la necessità di applicare una norma di giustizia non rispettata. La risposta di Gesù si pone ad un altro livello ed invita alla fede anche i discepoli di Giovanni. La differente pratica che è stata notata, deve essere letta alla luce della fede in Gesù. Il discepolato che richiede lo stesso Gesù non è meno esigente; seguire Gesù significa accettare la sua Passione, per partecipare alla sua Resurrezione. Gesù invita quindi a volgere il suo sguardo su di Lui per comprendere il comportamento dei suoi discepoli. L'insegnamento per noi può riposare proprio in questo non credere; che essere discepoli di Gesù sia nostro merito o una questione di privilegio. È l'opportunità che il Signore ci offre per dare senso pieno alla nostra vita, riconoscendo in Lui il vero Sposo.


Nella nostra Chiesa il Venerdi: La Via Crucis, ore 18.00. Segue la Messa Conventuale.

Apoftegmi - Detti dei Padri

"Un fratello chiese ad abba Arsenio di dirgli una parola. L'anziano gli disse: «Lotta con tutte le tue forze perché la tua attività interiore sia secondo Dio e così vincerai le passioni esteriori».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

La divina Scrittura, fratelli, ci grida: «Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato» (Lc 14,11). E con questa affermazione vuol farci capire che ogni esaltazione è una specie di superbia; cosa da cui il profeta dichiara di guardarsi quando dice: «Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze» (Sal 130,1). E allora? «Se non nutro sentimenti di umiltà ma esalto il mio cuore, tu mi tratterai come un bambino svezzato dal seno di sua madre» (Sal 130,2 Volg.).

Cap.7,1-4.