Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
23 - 29 Dicembre 2007
Tempo di Natale I, Colore bianco
Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Giovedì 27 dicembre 2007

L'amore verso Dio passa attraverso quello del prossimo

Giovanni, fratello di Giacomo, discepolo di S. Giovanni Battista, dopo l'incontro con Gesù insieme con Andrea, entra alla sua sequela, fatto segno di gesti di predilezione da parte del Maestro. Si chiama: Il discepolo che Gesù amava! Egli partecipa, insieme con Pietro e Giacomo, nei momenti di particolare importanza nella attività di Gesù: Risurrezione della figlia di Giairo, trasfigurazione, agonia nel Getsemani. Entra soprattutto a contatto con sentimenti di Gesù divenendo, dopo aver imparato a moderare il proprio temperamento piuttosto impulsivo (Gesù chiama i due fratelli "figli del tuono"), la " voce" della carità nella chiesa primitiva. Partecipò al Concilio di Gerusalemme: al termine di una lunga vita apostolica, durante la quale non cessò mai di ripetere: «Figliuoli, amatevi... perché questo è il precetto del Signore!», fu esiliato all'isola di Patmos, dove ebbe la visione dell'Apocalisse, libro di consolazione per cristiani perseguitati e dove morì sotto Domiziano. Il suo amore verso il Maestro è totale e non può sopportare che uno dei Dodici si levi contro di lui, compiendo l'ignobile tradimento: il suo sentimento avversa naturalmente l'autore di questo gesto scellerato, rimarcando in ogni occasione la sua naturale ripugnanza. La sua è una testimonianza vissuta: trasmette a noi e a tutti i credenti in Cristo la sua esperienza di vita trascorsa insieme con il Maestro. Non sono quindi chiacchiere o invenzioni, quello che egli annunzia, ma realtà costatate nel vissuto della sua vita con Gesù. Il privilegio di essere "il discepolo che Gesù amava" non gli impedisce di osservare l'ordine costituito, rispettando il primato di Pietro nel collegio apostolico. Difatti, all'annuncio portato dalle donne che il sepolcro di Gesù è vuoto, Pietro e lui corrono per verificare la strabiliante notizia. Giunge per primo al sepolcro, ma non entra... attende che arrivi Pietro al quale dà la precedenza. S. Giovanni ci insegna un amore fedele, in un crescente continuo verso il Signore, nella verità della sua persona, vero uomo e vero Dio, e un amore sincero verso il prossimo, sacramento della presenza del Cristo, segno e verifica dell'amore di Dio. Ci insegna anche il rispetto dell'autorità secondo l'ordine voluto dal Signore. Può accadere che non si sia d'accordo sulle opinioni o disposizioni pratiche che non toccano l'essenza della fede o su scelte operative sia nell'ambito religioso che civile ma il rispetto e l'obbedienza nella vita comunitaria e concreta sono necessari per il bene della comunità.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse: "fare elemosine è comunque cosa buona: anche se si fanno per piacere agli uomini, si volgono poi in cosa gradita a Dio".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I FRATELLI SI OBBEDISCANO A VICENDA

Il bene dell'obbedienza deve essere praticato da tutti non solo verso l'abate, ma i fratelli devono anche obbedirsi vicendevolmente, persuasi che per questa via dell'obbedienza essi andranno a Dio. Riservata dunque la precedenza agli ordini dell'abate o dei superiori da lui costituiti - ai quali non vogliamo che si antepongano comandi privati - per il resto tutti i più giovani obbediscano ai più anziani con carità e premura. Chi si mostra riluttante a ciò, sia punito.

Cap.71,1-5.