Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
12 - 18 Agosto 2007
Tempo Ordinario XIX, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno I, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Domenica 12 agosto 2007

Desti, vigilanti e sempre pronti; così ci vuole il buon Dio.

Come viandanti e pellegrini ignari del momento e dell'ora della partenza, ma sicurissimi di dover partire o come le dieci vergini in attesa nella cuore notte dell'arrivo dello sposo, o come dei servi che aspettano l'arrivo del padrone di casa o più semplicemente come fedeli che si nutrono di speranza. Non solo quindi vigilanti in vista di una partenza ed un incontro finale, ma anche pronti a cogliere il momento che passa, il momento della grazia, della conversione o magari l'occasione quotidiana che ci viene offerta di compiere il bene. La liberazione di Dio dalla schiavitù dell'Egitto avviene nel cuore della notte, una notte già preannunciata dai profeti, ma di cui si ignorava il momento preciso: ecco allora la necessità della vigilanza e dell'attesa. Noi ne diventiamo capaci quando la nostra fede in Dio si traduce in completo abbandono alla sua volontà e certezza della sua indefettibile fedeltà. Sgorga così l'obbedienza anche dinanzi a quanto potrebbe sembrare impossibile o assurdo alla nostra vista: l'esperienza di Abramo, nostro padre nella fede, è illuminante. Del resto soltanto conformandosi alla volontà di Dio ci diventa possibile aderire alle sue proposte: superare le nostre ataviche paure, essere certi nella fede di entrare nel regno di Dio, riempire le nostre borse non con cose frivole e caduche, ma con ciò che vale e dura per l'eternità. Vigilanza e sapienza nell'esperienza dei santi sempre si abbinano e producono i frutti migliori. Dinanzi alle continue sollecitazioni del mondo è davvero illuminante per noi la Parola di questa Domenica che potrebbe coglierci distratti e in vacanza o magari più rilassati e disponibili.


A Bassano Romano: SAN GRATIGLIANO Martire, Patrono del Paese, soll.

Sappiamo di lui che è stato chiamato giovanissimo a testimoniare con il martirio la propria fedeltà al Signore. Di questi come lui la Scrittura dice: "Agli occhi degli stolti parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace. Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza è piena di immortalità. Per una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di se: li ha saggiati come oro nel crogiolo e li ha graditi come un olocausto". È la migliore spiegazione del valore del martirio. Le misure di Dio contrastano talvolta violentemente con le nostre umane valutazioni. Tra la vita e la morte nessuno dubita dove orientare la propria scelta, mentre però noi pensiamo prevalentemente alla vita nel tempo il buon Dio ci indica e ci parla di vita eterna di ben altro valore. La stessa idea della morte viene completamente ribaltata: per noi ha l'amaro sapore di una ineluttabile fine, agli occhi di Dio è la risurrezione e la vita senza fine. Poi la morte violenta causata dal martirio assume ai suoi occhi un valore particolarissimo: il martire per la fede è assimilato prima a Cristo immolato sulla croce e poi al divino Risorto. Davvero la sua speranza è piena d'immortalità! Ecco perché la chiesa venera particolarmente i suoi eroi e la chiesa locale di Bassano Romano da secoli onora e invoca il suo giovane martire, decapitato, ma glorioso e vincitore come Cristo. La sua intercessione ci ottiene la forza della coerenza con le nostre promesse battesimali e ci rende capaci di fare della nostra vita una continua offerta al Signore.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Discernimento

«Un anziano disse: "Non fare niente prima di aver esaminato il tuo cuore per vedere se ciò che stai per fare è secondo Dio"».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

Il primo gradino dell'umiltà si sale quando, avendo sempre davanti agli occhi il timor di Dio, si fugge nel modo più assoluto la dimenticanza; ci si ricorda sempre di tutti i comandamenti di Dio e si medita continuamente nel proprio cuore come cadano nella geenna per i loro peccati quelli che disprezzano Dio e come la vita eterna sia preparata per quelli che lo temono; e, guardandosi ogni momento dai peccati e dai vizi di ogni genere, cioè dei pensieri, della lingua, degli occhi, delle mani, dei piedi, della volontà propria, nonché dai desideri della carne, ci si affretti ad amputarli.

Cap.7,10-12.