Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
06 - 12 Maggio 2007
Tempo di Pasqua V, Colore bianco
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Giovedì 10 maggio 2007

Perché la mia gioia sia in voi.

In questi giorni le letture, sia quelle tratte dagli atti degli apostoli che dal Vangelo di Giovanni, ci mostrano chiaramente l'intrinseca vivacità della chiesa nascente e la misteriosa forza dello Spirito che anima gli stessi apostoli e tutti coloro che aderiscono a Cristo. Oggi ci sono riferiti gli "Atti" del primo concilio di Gerusalemme donde emerge ancora, da una parte l'originalità del messaggio cristiano e dall'altra l'urgenza di conservare la sua unità nella professione dell'unica fede, liberata dalla fragilità di un ritualismo esteriore e sterile. In questo contesto risuona l'annuncio della gioia cristiana che nasce dall'immergersi nelle profondità dell'amore e nella certezza della presenza del Cristo. Restare nell'amore, come Gesù ci chiede, è la condizione inderogabile per poter poi godere dei benefici che egli vorrà elargirci, ma è anche la condizione per vivere l'amore verso il nostro prossimo e diventare così, a nostra volta, fonte di gioia anche per gli altri. L'urgenza e l'attualità del messaggio della gioia è particolarmente pregnante perché troppo spesso l'esperienza cristiana la si vuole identificare di prevalenza con la sofferenza, con il sacrificio e con la croce.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'Abba Pastor disse: Se una cassa piena di abiti viene abbandonata per lungo tempo, gli abiti contenuti in essa marciscono; così sono anche i pensieri nel nostro cuore. Se non li metteremo in atto concretamente, nel tempo si deformeranno e marciranno.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'ORATORIO DEL MONASTERO

L'oratorio deve essere ciò che il suo nome significa; null'altro perciò vi si faccia o vi si deponga. Terminato l'Ufficio divino, tutti escano nel più assoluto silenzio con gran rispetto a Dio; di modo che se un fratello volesse continuare a pregare da solo, non ne sia impedito dall'altrui importunità. Ma anche in altri momenti, se qualcuno desidera pregare in segreto da solo, entri semplicemente e preghi, non a voce alta ma con lacrime e fervore di cuore. Perciò, a chi non si comporta in questo modo non sia permesso rimanere nell'oratorio quando è terminato l'Ufficio divino, come abbiamo detto, perché gli altri non siano disturbati.

Cap.52,1-5.