Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
22 - 28 Ottobre 2006
Tempo Ordinario XXIX, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Sabato 28 ottobre 2006

Chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici...

Come Mosè salì sul Sinai e discese per comunicare al popolo la legge, così Gesù sale sul monte e discende per portare la rivelazione ultima del Padre al nuovo popolo, che conquisterà con l'ubbidienza del suo Figlio. L'evangelista ci riferisce che Gesù andò sulla montagna e vi passò tutta la notte in preghiera. Questa preghiera è frutto di un esodo, "uscì". Il servizio di Dio è possibile solo dopo aver abbandonato il proprio mondo, le proprie idee. La preghiera, come fu la forza di Gesù, primo inviato, per conoscere e compiere la volontà del Padre, così è l'origine di ogni azione e scelta apostolica. "Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici". La chiamata ad ascoltare il Signore e ad essere suoi discepoli è per tutti gli uomini. Nella scelta tuttavia di questo numero ristretto, fatto tra i discepoli, il richiamo alla prima Alleanza è chiaro. Essi saranno il fondamento della nuova Alleanza. A loro sarà affidato il grande compito di operare insieme allo Spirito il passaggio dalla promessa al compimento. Per di più li ha chiamati a sé perché stessero con lui. Sono comunque scelti tra gente semplice, sono pescatori o peccatori, certo gente in attesa di un qualche cambiamento, il primo e l'ultimo, Pietro e Giuda, ne sono le figure più espressive. Gruppo abbastanza eterogeneo, che solo la potenza di Dio ha potuto trasformare. Segue poi lo scarno elenco dei chiamati, a coppia. Oggi le chiese d'occidente ricordano Simone detto zelota e Giuda di Giacomo. Essi appaiono agli ultimi posti nelle varie liste degli apostoli. Assomigliano agli operai chiamati all'ultima ora, che hanno tuttavia portato a termine la loro missione di testimoni di Cristo fino al martirio. Simone, che apparteneva ad un gruppo dichiarato fortemente contrario alla dominazione straniera, ha cambiato la sua violenza in zelo per la propagazione del vangelo. Giuda, che chiede a Gesù nell'ultima cena: "Signore, perché vuoi farti conoscere a noi e non al mondo?", ha dal maestro questa parola di consolazione: "Se uno mi ama, metterà in pratica la mia parola, e il Padre mio lo amerà. Io verrò da lui con il Padre mio e abiteremo con lui."


Oggi nella nostra Comunità - Ordinazione dei tre diaconi.

Preghiera consacratoria - Ordinazione dei diaconi

Dio onnipotente, sorgente di ogni grazia, dispensatore di ogni ordine e ministero, assistici con il tuo aiuto.
Tu vivi in eterno e tutto disponi in noi con la tua provvidenza di Padre. Per mezzo del Verbo tuo Figlio, Gesù Cristo nostro Signore, tua potenza e sapienza, compi nel tempo l'eterno disegno del tuo amore.
Per l'opera dello Spirito Santo tu hai formato la Chiesa, corpo del Cristo, varia e molteplice nei suoi carismi, articolata e compatta nelle sue membra; così hai disposto che mediante i tre gradi del ministero da te istituito cresca e si edifichi il nuovo tempio, come in antico scegliesti i figli di Levi a servizio del tabernacolo santo.
Agli inizi della tua Chiesa gli Apostoli del tuo Figlio, guidati dallo Spirito Santo, scelsero sette uomini stimati dal popolo, come collaboratori nel ministero.
Con la preghiera e con l'imposizione delle mani affidarono loro il servizio della carità, per potersi dedicare pienamente all'orazione e all'annunzio della parola.
Ora, o Padre, ascolta la nostra preghiera: guarda con bontà questi tuoi figli, che noi consacriamo come diaconi perché servano al tuo altare nella santa Chiesa.

Ti supplichiamo, o Signore, effondi in loro lo Spirito Santo, che li fortifichi con i sette doni della tua grazia, perché compiano fedelmente l'opera del ministero. Siano pieno di ogni virtù: sinceri nella carità, premurosi verso i poveri e i deboli, umili nel suo servizio, retti e puri di cuore, vigilanti e fedeli nello spirito.

L'esempio della loro vita, generosa e casta, sia un richiamo costante al Vangelo e susciti imitatori nel tuo popolo santo. Sostenuti dalla coscienza del bene compiuto, forti e perseveranti nella fede, siano immagine del tuo Figlio, che non venne per essere servito ma per servire, e giungano con lui alla gloria del tuo regno.
Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Apoftegmi - Detti dei Padri

La buona educazione non consiste nel non versare la salsa sulla tovaglia, ma nel mostrare di non accorgersi se un altro lo fa.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUELLI CHE SBAGLIANO IN UNA QUALSIASI ALTRA COSA

Se qualcuno, mentre compie un lavoro qualsiasi - in cucina, nella dispensa, nei vari servizi, nel mulino, nell'orto o nell'esercizio di qualche arte o in qualunque altro luogo - commette fallo, o rompe o perde qualche attrezzo, oppure manca in qualsiasi altra cosa ovunque si trovi, e non si presenta subito davanti all'abate e alla comunità per fare spontaneamente la soddisfazione e manifestare la sua mancanza, quando questa sarà riferita da altri, venga sottoposto a più severo castigo. Se però si tratta di un peccato nascosto nel segreto della coscienza, lo si manifesti soltanto all'abate o ai seniori spirituali, che sappiano curare le piaghe proprie e le altrui, senza svelarle e renderle di pubblico dominio.

Cap.46,1-5.