preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Come Mosè salì sul Sinai e discese per comunicare al popolo la legge, così Gesù sale sul monte e discende per portare la rivelazione ultima del Padre al nuovo popolo, che conquisterà con l'ubbidienza del suo Figlio. L'evangelista ci riferisce che Gesù andò sulla montagna e vi passò tutta la notte in preghiera. Questa preghiera è frutto di un esodo, "uscì". Il servizio di Dio è possibile solo dopo aver abbandonato il proprio mondo, le proprie idee. La preghiera, come fu la forza di Gesù, primo inviato, per conoscere e compiere la volontà del Padre, così è l'origine di ogni azione e scelta apostolica. "Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici". La chiamata ad ascoltare il Signore e ad essere suoi discepoli è per tutti gli uomini. Nella scelta tuttavia di questo numero ristretto, fatto tra i discepoli, il richiamo alla prima Alleanza è chiaro. Essi saranno il fondamento della nuova Alleanza. A loro sarà affidato il grande compito di operare insieme allo Spirito il passaggio dalla promessa al compimento. Per di più li ha chiamati a sé perché stessero con lui. Sono comunque scelti tra gente semplice, sono pescatori o peccatori, certo gente in attesa di un qualche cambiamento, il primo e l'ultimo, Pietro e Giuda, ne sono le figure più espressive. Gruppo abbastanza eterogeneo, che solo la potenza di Dio ha potuto trasformare. Segue poi lo scarno elenco dei chiamati, a coppia. Oggi le chiese d'occidente ricordano Simone detto zelota e Giuda di Giacomo. Essi appaiono agli ultimi posti nelle varie liste degli apostoli. Assomigliano agli operai chiamati all'ultima ora, che hanno tuttavia portato a termine la loro missione di testimoni di Cristo fino al martirio. Simone, che apparteneva ad un gruppo dichiarato fortemente contrario alla dominazione straniera, ha cambiato la sua violenza in zelo per la propagazione del vangelo. Giuda, che chiede a Gesù nell'ultima cena: "Signore, perché vuoi farti conoscere a noi e non al mondo?", ha dal maestro questa parola di consolazione: "Se uno mi ama, metterà in pratica la mia parola, e il Padre mio lo amerà. Io verrò da lui con il Padre mio e abiteremo con lui."
La buona educazione non consiste nel non versare la salsa sulla tovaglia, ma nel mostrare di non accorgersi se un altro lo fa.
QUELLI CHE SBAGLIANO IN UNA QUALSIASI ALTRA COSA Se qualcuno, mentre compie un lavoro qualsiasi - in cucina, nella dispensa, nei vari servizi, nel mulino, nell'orto o nell'esercizio di qualche arte o in qualunque altro luogo - commette fallo, o rompe o perde qualche attrezzo, oppure manca in qualsiasi altra cosa ovunque si trovi, e non si presenta subito davanti all'abate e alla comunità per fare spontaneamente la soddisfazione e manifestare la sua mancanza, quando questa sarà riferita da altri, venga sottoposto a più severo castigo. Se però si tratta di un peccato nascosto nel segreto della coscienza, lo si manifesti soltanto all'abate o ai seniori spirituali, che sappiano curare le piaghe proprie e le altrui, senza svelarle e renderle di pubblico dominio.
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