Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
26 Febbraio - 04 Marzo 2006
Tempo Ordinario VIII, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Lunedì 27 febbraio 2006

Una cosa sola ti manca; va', vendi quello che hai.

Torna in questa pagina del Vangelo il discorso sulle ricchezze. E' da chiedersi: perché l'atteggiamento di Gesù è così severo da esprimerlo perfino con una similitudine assurda? "E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio". Il gran male non sta nella ricchezza, ma nel rendersi schiavo della medesima. Gesù non condanna chi ha molte ricchezze, ma chi pone in esse il suo cuore. La cupidigia infatti acceca gli occhi dell'anima, inaridisce il cuore e uccide gli affetti più cari. Chi ha il cuore posseduto dai beni resta insensibile ad ogni invito del Signore. Chi è preso da quello che ha, non può vivere quello che è come figlio di Dio sulla similitudine del suo Maestro, che "non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso". La scena iniziale di questa Vangelo è splendida, ricca di generosità, e lanciata verso un futuro di gloria, sia da parte di Gesù, sia da parte di quel giovane. Così si narra. "Mentre Gesù usciva per mettersi in viaggio"... verso Gerusalemme, da dove inizialmente era partito, ora vi ritorna per completare il suo atto di consacrazione per l'umanità. Un tale gli corse incontro (anche lui è in viaggio) e, gettandosi in ginocchio gli domandò : "Maestro buono, che cosa debbo fare per avere la vita eterna?" "Osserva i comandamenti di Dio", gli rispose Gesù. Osserva, sii servo per quello che ti ingiunge il Signore che è nei cieli. E alla sincera affermazione che ciò era stata la sua costante premura fin dalla più tenera età, Gesù, dice l'evangelista: "Fissatolo, lo amò". Il volto di Dio si posa sempre sulla sua creatura, e non ritratta mai la sua paternità, ma per quel giovane il viaggio verso Gerusalemme, verso la compartecipazione all'amore con Cristo, si è interrotta. Resta da considerare almeno due cose: la porta del Signore è sempre aperta, e quanto ci è stato proposto in questa pagina del Vangelo, è provocante per ciascuno di noi. Sarà accolto? "Quello che non è possibile agli uomini, è possibile a Dio".


Apoftegmi - Detti dei Padri

Le distrazioni nella preghiera.

«Il padre Teodoro di Ennaton disse: "Se Dio ci imputasse le negligenze nella preghiera e le distrazioni durante la salmodia, non potremmo essere salvati"».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUANTI SALMI DEVONO DIRSI ALL'UFFICIO NOTTURNO

I testi poi da leggere nelle Vigilie siano quelli di divina autorità sia dell'Antico che del Nuovo Testamento, nonché i loro commenti fatti dai padri cattolici di rinomata fama e di sicura dottrina. Dopo le tre letture con i propri responsori, seguano altri sei salmi da cantarsi con l'Alleluia; quindi una lettura dell'Apostolo da recitarsi a memoria, il versetto, la supplica litanica ossia il Kyrie eleison; e così si concluda l'Ufficio notturno.

Cap.9,8-11.