Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
19 - 25 Febbraio 2006
Tempo Ordinario VII, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Venerdì 24 febbraio 2006

Il matrimonio...

In una regione pagana Gesù risponde a dei farisei che lo sollecitano sul problema del matrimonio. La risposta di Gesù è interessante sia per chi è rivolta e sia dove è stata pronunciata. Gesù, infatti, richiama la Creazione, il progetto originario di Dio sull'uomo e sulla donna e sulla loro vocazione alla reciproca collaborazione per attuare proprio il progetto di Dio. Gesù non si riferisce quindi strettamente alla legge mosiaca ed alla sua interpretazione ma intende stabilire, nel matrimonio, una realtà che è valida per tutta l'umanità. L'amore coniugale che unisce l'uomo e la donna perché formino, in una realtà nuova che è la famiglia, ha delle caratteristiche proprie e che sono universali e non possono essere soggette alla mutazione dei tempi. L'uomo e la donna, insieme, collaborano alla Creazione e per realizzare ciò formano una nuova unità fisica, morale e spirituale. Queste tre realtà, presenti tutte nelle parole di Gesù, devono essere vive e concrete e l'una non può sussistere senza le altre. Il matrimonio cristiano non ha leggi aggiuntive rispetto a quanto previsto nel disegno universale della Creazione ma è una realizzazione, nella grazia di Cristo, di questa realtà che è patrimonio generale dell'uomo. La Chiesa non fa che realizzare questo progetto nelle forme proprie di una cultura. Il messaggio di Gesù è chiaro e ci impegna concretamente nel riconoscere proprio nella famiglia la possibilità della realizzazione dell'amore creatore con dei fondamenti che non possono essere a discrezione dell'uomo e della sua temporalità.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Dio ascolta realmente la nostra povera voce, le nostre fragili parole.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

Ecco, quando il monaco avrà asceso tutti questi gradini dell'umiltà, allora giungerà a quell'amore che, essendo perfetto, scaccia via il timore (1 Gv 4,18); e per mezzo di esso tutto ciò che prima osservava non senza una certa paura, comincerà ora a compierlo senza alcuna fatica ma quasi naturalmente, come per abitudine, non già per timore dell'inferno, ma per amore di Cristo, per la stessa buona abitudine e per il gusto della virtù. Tutto questo il Signore si degnerà di mostrare, per mezzo dello Spirito Santo, nel suo operaio ormai purificato dai vizi e dai peccati!

Cap.7,67-70.