Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
15 - 21 Gennaio 2006
Tempo Ordinario II, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Venerdì 20 gennaio 2006

Chiamò a sé quelli che volle ed essi andarono da lui.

La costituzione dei Dodici apostoli è un passaggio importante nella missione di Gesù. Ogni evangelista ci fornisce delle precisazioni importanti su questa scelta. San Marco, nel suo stile rapido ed efficace, in una piccola frase racchiude questo passaggio. In questo breve passaggio notiamo due polarità. Gesù da una parte ed i discepoli dall'altra. Gesù chiama e dodici discepoli vanno da lui per diventare suoi apostoli. Chiamata e risposta sono le due polarità, di un unico movimento, presenti in questo brano e che riguardano tutti noi, per la nostra vita. La scelta è di Dio, è la prima polarità di un movimento che è il suo; ed una movimento di chiamata. Dio che pronuncia un nome indica una identità nuova, un essere diverso che investito di qualità particolari; la semplice chiamata di Dio è garanzia di una nuova esistenza. Dio sceglie chi vuole. La scelta è di Dio, non è dell'uomo; la chiamata divina agisce, per nostra fortuna, su criteri che sono diversi dai nostri. Gesù legge i cuori, non guarda alle apparenze. L'uomo deve rispondere a questa chiamata; se la risposta è positiva, e speriamo che lo sia sempre!, l'uomo si avvicina a Dio: siamo nella seconda polarità. I discepoli chiamati ad essere apostoli vanno da Gesù. Gesù chiama e l'uomo risponde con la sua vita. Andare da Gesù è il proprio dire sì a questa chiamata, che non è la formazione di una nuova setta, non è la chiamata ad un potere ma è e significa disponibilità al servizio, è impegno, è un si di amore ad una chiamata di amore.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello chiese ad abba Arsenio di dirgli una parola. E l'anziano gli disse: "Lotta con tutte le tue forze perché il lavoro che fai dentro di te sia secondo Dio e così vincerai le passioni di fuori"


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

L'abate ricordi sempre ciò che è, ricordi come viene chiamato e sappia che a chi è stato affidato molto sarà richiesto molto di più (cf. Lc 12,48). Si renda conto di quanto sia difficile e arduo l'incarico che si è assunto, quello di guidare le anime e di mettersi al servizio della diversa indole di molti, dovendo trattare uno con la dolcezza, un altro con i rimproveri, un altro ancora con la persuasione; e, secondo il temperamento e il grado di intelligenza di ciascuno, egli si adatti e conformi a tutti, in modo che non solo non abbia a subire perdite nel gregge a lui affidato, ma anzi possa rallegrarsi dell'incremento del buon gregge.

Cap.2,30-32.