Se non abbiamo mai sperimentato la sofferenza di una lunga e penosa malattia, a stento riusciamo a capire cosa può aver significato l'invito di Gesù per quell'uomo, che da ben trentotto anni attendeva invano il miracolo della guarigione. Se non abbiamo mai sperimentato la disgrazia del peccato e la gioia indicibile del perdono, non siamo capaci di comprendere il valore delle divina misericordia. «Vuoi guarire?» è l'invito che oggi il Signore rivolge ad ognuno di noi. C'è una condizione inderogabile per poter godere dei doni divini: dobbiamo riconoscere di non avere altra ancora di salvezza se non in Lui, in Cristo, nel nostro divino Salvatore. «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me». Nessuno all'infuori di Cristo può immergerci nel cuore stesso di Dio per essere lavati nell'acqua della sua infinita misericordia; nessuno all'infuori di Lui ha la forza di dirci "Alzati e cammina". Eravamo erranti, ciechi, senza meta o immobili ai margini di una piscina nella paralisi dello spirito: Cristo è intervenuto a ridarci la vista, ad indicarci la via, a ridare vigore al nostro spirito, ci ha resi capaci di andare, di muoverci sulle vie del bene. Ancora una storia di salvezza, ancora un prodigio che riguarda la nostra umanità e ciascuno di noi. Dall'altra parte ancora una storia di miopia spirituale e di maligna grettezza: ciò avviene di Sabato e non sarebbe lecito secondo i soliti scribi e farisei. Che miseria non accorgersi della bontà di Dio, quanta meschinità mascherata dal falso zelo! Noi siamo i cantori della bontà e della misericordia del Signore e il nostro canto diventa sempre più intenso e devoto ogni volta che ci accorgiamo che egli ci ama, ci salva, ci guarisce. Dobbiamo solo non far cadere invano l'invito accorato che Gesù in questi giorni sta rivolgendo a tutti noi. Egli ci ripete: in vista della mia passione e morte per godere con me la gioia della risurrezione: «Vuoi guarire?». Sei pronto a maturare in te una vera conversione, a non peccare più con il sostegno della mia grazia?
«Un fratello disse al padre Antonio: "Prega per me!". L'anziano gli dice: "Non posso avere io pietà di te, e neppure Dio, se non sei tu stesso a impegnarti nel pregare Dio"».
COME CELEBRARE L'UFFICIO DIVINO DURANTE IL GIORNO Come dice il profeta: «Sette volte al giorno io ti lodo» (Sal 118,164). Questo numero di sette sarà da noi raggiunto se compiremo i doveri del nostro servizio alle Lodi mattutine, a Prima, a Terza, a Sesta, a Nona, ai Vespri e a Compieta, perché appunto di queste Ore diurne il profeta ha detto: «Sette volte al giorno io ti lodo». Infatti riguardo alle Vigilie notturne lo stesso profeta dice: «Nel cuore della notte mi alzo a renderti lode» (Sal 118,62). In queste Ore dunque eleviamo lodi al nostro Creatore per le sentenze della sua giustizia (Sal 118,62 e 164), cioè alle Lodi mattutine, a Prima, a Terza, a Sesta, a Nona, ai Vespri e a Compieta; e di notte alziamoci a rendergli grazie.