Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
24 - 30 Ottobre 2004
Tempo Ordinario XXX, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Giovedì 28 ottobre 2004

Chiamati e inviati con la forza di Dio

Oggi ricorre la festa dei SS Simone e Giuda apostoli, di loro, come anche degli altri 12 si sa poco, sia riguardo alle loro azioni sia riguardo ai loro tratti caratteristici. Gesù non usa i nostri criteri per costruire la sua Chiesa, chiama gente semplice, sconosciuta, peccatori, perché risplenda maggiormente la gloria di Dio e tutti possano sperare di poter diventare "concittadini dei santi e familiari di Dio" come S. Paolo chiama i pagani convertiti. La chiamata, secondo quanto mirabilmente ci illustra san Luca nel Vangelo, nasce dalla preghiera che Gesù eleva al Padre sulla montagna, di notte. Questa preghiera è segno della comunione intima fra Padre e Figlio nel comune progetto di edificare la Chiesa, che avrà innanzitutto il compito di stare con Gesù, cioè di conoscerlo, entrare sempre più e meglio in comunione con Lui, per testimoniare poi la sua risurrezione.
La preghiera per eccellenza di Gesù sarà l'offerta della sua vita sulla croce: dal suo costato trafitto nascerà la sua sposa nuova Eva, purificata dal suo Sangue e dall'acqua del suo Spirito. "Dal costato di Cristo, scrive sant'Agostino, sono usciti i sacramenti senza i quali non si può avere accesso alla vita vera": Eucarestia e Battesimo. L' Eucaristia nel piccolo e umile segno dell'ostia, ci rinnova, ci nutre, ci rende capaci di continuare nella nostra piccolezza, le grandi opere del Signore, per non arrestare la Buona Novella del Vangelo che nel corso della storia è stata trasmessa di generazione in generazione, di bocca in bocca, di vita in vita.
Gesù non si impone, nel Battesimo ci ha resi dimora di Dio per mezzo dello Spirito, ma ogni giorno sta alla porta e bussa, e ogni giorno ad ognuno di noi, è lasciata la libertà di rifiutarlo o di accoglierlo, per stare con Lui, condividere la vita divina fin da ora per crescere armoniosamente, lasciandoci levigare, smussare dall'azione dello Spirito Santo. Soltanto così possiamo divenire anche noi, sul fondamento degli apostoli dimora accogliente per quanti nella nostra società soffrono il freddo della notte del cuore, lo smarrimento del senso della vita, la solitudine dell'emarginazione.
Siamo invitati oggi a riconoscerci poveri, amati e inviati con la forza di Dio ad annunciare ad altri poveri che c'è una dimora in cui trovare riposo, luce, calore; tale dimora altro non è che l'Amore di Cristo crocifisso e risorto.
Allora possiamo concludere con sant'Agostino: "Nessuno può scusarsi circa l'ombra di morte, perché essa stessa è stata penetrata dal calore del Verbo". Maria, Madre della Chiesa ci ottenga ogni giorno di credere e di annunciare questa stupenda certezza!


Apoftegmi - Detti dei Padri

La buona educazione non consiste nel non versare la salsa sulla tovaglia, ma nel mostrare di non accorgersi se un altro lo fa.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUELLI CHE SBAGLIANO IN UNA QUALSIASI ALTRA COSA

Se qualcuno, mentre compie un lavoro qualsiasi - in cucina, nella dispensa, nei vari servizi, nel mulino, nell'orto o nell'esercizio di qualche arte o in qualunque altro luogo - commette fallo, o rompe o perde qualche attrezzo, oppure manca in qualsiasi altra cosa ovunque si trovi, e non si presenta subito davanti all'abate e alla comunità per fare spontaneamente la soddisfazione e manifestare la sua mancanza, quando questa sarà riferita da altri, venga sottoposto a più severo castigo. Se però si tratta di un peccato nascosto nel segreto della coscienza, lo si manifesti soltanto all'abate o ai seniori spirituali, che sappiano curare le piaghe proprie e le altrui, senza svelarle e renderle di pubblico dominio.

Cap.46,1-5.