Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
24 - 30 Ottobre 2004
Tempo Ordinario XXX, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Martedì 26 ottobre 2004

Questo mistero è grande

Le letture di oggi sono un inno a Gesù Signore e Capo della Chiesa, che esercita la sua signoria con l'amore tenero di uno Sposo. Egli lascia la casa di suo Padre, le gioie dell'eternità per farsi uomo nel seno della Vergine Maria, sposando così la nostra umanità. In questo slancio ardente d'amore Gesù da ricco che era si fa povero, debole, piccolo in noi e come un granellino di senapa, si lascia gettare sotto terra per morire, marcire e per rivestirci attraverso la sua risurrezione della sua stessa natura.
S. Bernardo esprime in modo sublime questa realtà nel commento al versetto 2 del 1 Capitolo del cantico dei cantici: "Che mi baci con i baci della sua bocca", dice : "La bocca che bacia è per noi il Verbo che assume la natura umana; quella che riceve il bacio è la carne che viene assunta; il bacio poi che risulta da chi bacia e da chi è baciato è la persona stessa che riunisce in sé l'uno e l'altra, il Mediatore di Dio e degli uomini, l'uomo Cristo Gesù... felice bacio e stupenda e ammirabile degnazione in cui... Dio si unisce all'uomo".
Nella lettera agli Efesini, questo mistero grande di unione mistica fra Cristo e la Chiesa, è paragonato al matrimonio, esso infatti ne dà una pallida idea. L'amore fra marito e moglie per essere vissuto nella verità, nell'obbedienza, nella tenerezza, nel rispetto reciproco deve attingere forza da Cristo, alimentarsi con la preghiera, l'Eucarestia, il sacramento della Riconciliazione che, come lavacro battesimale, purifica, riconcilia, permette di ripartire da Cristo e con Cristo. Nella società odierna in cui il matrimonio cristiano è sempre più messo in crisi da false paure e false libertà, gli sposi cristiani sono chiamati ad annunziare al mondo che, fondando la propria vita sulla Roccia che è Cristo, è possibile essere fedeli, è possibile superare ogni tentazione e ostacolo perché Cristo è il Signore della vita e della morte, e nulla vi è di più entusiasmante del saper morire l'uno all'altro per far rinascere più forte l'amore che viene dall'alto, eterno, che si dona con gioia per costruire amore. Solo così gli sposi "diventano testimoni di quel mistero d'amore che il Signore ha rivelato al mondo con la sua morte e la sua risurrezione"(GS52).
Mistero che tutti siamo chiamati a vivere e a rivelare se volgiamo lo sguardo su ciò che è piccolo, disprezzato, su ciò che scompare cioè su Gesù, il Figlio del falegname, se a Lui ci sottomettiamo, se crediamo che questo Gesù è anche il Figlio di Dio, con Lui anche regneremo.
Chiediamo con fervore in quest'anno dedicato all'Eucarestia, sacramento sponsale per eccellenza, che ogni volta che ci accostiamo al Corpo e Sangue di Cristo per essere una cosa sola con Lui, il suo ardente cuore si imprima nel nostro cuore e lo dilati perché possa accogliere, come albero frondoso e ricco di buoni frutti, non solo quanti ci vivono accanto ma tutta quanta l'umanità, per i meriti di Gesù, Redentore nostro.
"Tu che volontariamente mi dai in cibo la tua carne... penetra in tutte le articolazioni, nei reni, nel cuore, brucia le spine di tutta le mie colpe; sempre proteggimi, custodiscimi e preservami da ogni opera e parola letale per l'anima. Rendimi casto, purificami, dirigimi; rendimi tua dimora. O mio pietoso Cristo rendi il tuo servo figlio della luce!" (dalla liturgia bizantina).


Apoftegmi - Detti dei Padri

Abba Isaia disse: "La sapienza non consiste nel parlare; la sapienza sta nel sapere in quale momento parlare.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME DEVONO FARE LA SODDISFAZIONE GLI SCOMUNICATI

E allora, se l'abate lo permetterà, sia riammesso in coro al suo posto o a quello che l'abate avrà indicato; ma a patto che non ardisca recitare da solo salmo o lettura o altro nell'oratorio, se non ad un nuovo ordine dell'abate. E a tutte le Ore, mentre sta per terminare l'Opus Dei, si prostri a terra nel posto dove si trova; e così continui a fare la soddisfazione finché l'abate di nuovo non gli comanderà di mettervi fine. Chi invece per colpe leggere è scomunicato solo dalla mensa, faccia la soddisfazione nell'oratorio, prolungandola secondo l'ordine dell'abate, finché egli dia la benedizione e dica: «Basta così!».

Cap.44,5-10.