Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
17 - 23 Ottobre 2004
Tempo Ordinario XXIX, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Venerdì 22 ottobre 2004

Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?

Mentre ieri, nella Parola proposta dalla liturgia del giorno, abbiamo ascoltato come Gesù non illude il discepolo prospettandogli una sequela facile, ma, mostrandogli come possa essere anche lui oggetto di divisione; oggi Gesù parla alle folle che, sanno porre la loro attenzione, per capire se il tempo atmosferico sarà buono o cattivo, ma che non sanno, o non vogliono capire che : "il tempo buono" è in mezzo a loro; il tempo buono per la conversione è arrivato in Gesù stesso. Non capiscono il tempo in cui Dio le sta visitando (Lc 19,44). Per questo Gesù le rimprovera fortemente di ipocrisia, per farle entrare nella luce, nella verità; e quale è questa verità? I segni che Lui compie: "i cechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella". (Mt11,5)
Ma la folla nega, nasconde l'evidenza dei fatti e questo sarà palese quando lo condannerà come un malfattore alla morte di croce. Perché questa folla non sa giudicare "questo tempo di grazia del Signore"? Forse la risposta è nel versetto seguente? : "Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?"
Quando si è nel "branco" è facile farsi prendere dall'entusiasmo o dallo sdegno, dal cameratismo. Infatti questa folla sarà la stessa che passerà dall'Osanna al Figlio di David al crocifiggilo. Gesù ci chiede di capire i segni dei tempi e, come per guardare che tempo fa, ci si ferma a scrutare il cielo, così per capire i segni dei tempi nella nostra vita, bisogna fermarsi, uscire dalla folla chiassosa, dalla mentalità del mondo per aprire gli occhi dello spirito ricevuti nel battesimo, sugli occhi della carne "Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente" (Ef1,18).
Perché mentre gli occhi della carne ci fanno vedere solo ciò che torna a nostro immediato vantaggio, ma, ci conducono alla morte; così gli occhi dello spirito sul momento non ci fanno vedere un guadagno, ma ci conducono alla vita. Infatti gli occhi della carne non ci farebbero mai vedere come un guadagno, un immediato bene, il riappacificarci con il nemico, con chi ci ha fatto del male. Ma questo modo di pensare ci porterà alla morte perché allo stesso modo con cui giudichiamo saremo giudicati dal Giudice Supremo. Gesù invece ci invita a leggere i segni dei tempi, che cioè la salvezza è arrivata per tutti, anche, anzi, soprattutto per il nemico. Per questo ci dice di accordarci con l'avversario, di avere un cuore in comune, un cuore unito. Ma io avrò il cuore unito al nemico nella misura in cui avrò il mio cuore unito a quello di Cristo "Che mi ha amato quando ero malvagio e peccatore". Infatti la Parola citata da san Benedetto negli strumenti delle buone opere ci ricorda prima di tutto di amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Quello che segue poi sono gli strumenti di quell'arte spirituale che appunto fa sì, che il nostro uomo spirituale si affini nel vedere, nel discernere, i segni dei tempi, nelle ordinarie circostanze della vita o nelle più comuni decisioni da prendere. Anche se quest'arte sul momento non ci sembra un guadagno però sappiamo che la ricompensa la riceveremo in cielo e sarà quella che il Signore stesso ha promesso: "Ciò che occhio non vide né orecchio udì, questo Dio ha preparato per coloro che lo amano" (RB4,77).


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello domandò a un anziano: «Che devo fare, Abba, per combattere i pensieri?». Egli rispose: «Prega il Signore, affinché gli occhi della tua anima vedano gli aiuti che Dio ti manda per proteggerti.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

Capitolo 43
QUELLI CHE GIUNGONO TARDI ALL'UFFICIO DIVINO O ALLA MENSA

Abbiamo creduto opportuno che questi tali rimangano all'ultimo posto o in disparte perché, vedendosi esposti allo sguardo di tutti, si correggano se non altro per la vergogna che ne provano. Infatti, se restassero fuori dell'oratorio, potrebbe darsi che qualcuno torni a coricarsi e a dormire oppure si metta seduto lì fuori e si perda in chiacchiere, dando così occasione al maligno; entri invece dentro, affinché per lo meno non perda tutto e si corregga per l'avvenire. Nelle Ore del giorno, chi non sarà ancora presente all'Opus Dei dopo il versetto e il Gloria del primo salmo che segue il versetto, se ne stia all'ultimo posto secondo la norma stabilita sopra, e non ardisca associarsi al coro dei fratelli che salmeggiano prima di aver fatto la penitenza, a meno che l'abate non glielo permetta per sua concessione; ma anche in tal caso il colpevole deve fare la penitenza.

Cap.43,7-12.