"Se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa". Noi oggi cerchiamo di stare attenti affinché questo pericolo non avvenga, e ci barrichiamo nelle nostre case prendendo tutte le accortezze necessarie. E' vero possiamo prevenire l'uomo, ma il Figlio dell'uomo? Quando Gesù verrà non ci saranno porte blindate, sistemi di allarme, ingressi monitorati che possano tenere. Possiamo prevenire, ritardare la sua venuta con cure mediche, diete, sport e ultimi ritrovati? Possiamo difenderci dalla paura della morte esorcizzandola con il super attivismo, con preghiere, coroncine, devozioni, conferenze, letture, ma, il Figlio dell'uomo, quando verrà entrerà lo stesso perché: "le sue vie non sono le nostre vie".
Gesù è l'uomo dell'imprevisto, dell'inimmaginato, dell'eccezionale. Gesù certe volte per poterci ricentrare in Lui, per poterci unire a Lui deve, come un ladro, strapparci dalle nostre piccole o grandi sicurezze per farci sua proprietà per sempre: "Verrà (Gesù) nell'ora che non pensate", e chi immagina che quest'ora possa essere anche: Oggi? è l'oggi di Dio, "Oggi la salvezza è entrata in questa casa", "Oggi sarai con me in Paradiso", Quindi la venuta del Signore per me è: «oggi». Mi trova preparato? o faccio come Pietro che dice: Signore la dici a me questa parabola o è per chi mi vive accanto?
La risposta di Gesù è proprio per chi è chiamato, per il dono della grazia di Dio, a esercitare il "potere" di Dio che è servire e non essere servito.
Siamo chiamati a "vigilare ogni momento sugli atti della propria vita" (RB 4,48), perché può succedere di perdere nell'attesa il motivo, il perché del vegliare. Se nella nostra vita non sappiamo per Chi viviamo, per Chi ci muoviamo, può succedere di adagiarci nella nostra natura che è sempre portata a dire voglio, voglio; da qui, passare all'aggressività, ad appropriarci delle cose del padrone, il passo è breve. In questa parabola Gesù ci mette in una situazione di scelta cioè scegliere il Padrone (il Figlio dell'uomo), o il padrone (me stesso); e di avere come il servo saggio e fedele le orecchie del cuore attente alla volontà del Padre, perché un giorno non debba rattristarsi, avendoci annoverati nel numero dei suoi figli, della nostra cattiva condotta e non ci condanni alla pena eterna come servi malvagi (cfr. Pr 4.6-7).
Un anziano disse: «Credete forse che Satana voglia introdurre in voi tutti i pensieri? No, è per mezzo di un pensiero solo che vince l'anima e spera condurla a perdizione. Egli abbandona in essa quell'unico pensiero, non occorre altro. Attenti dunque a non mostrar compiacenza verso un solo cattivo pensiero».
CHE NESSUNO PARLI DOPO COMPIETA Quando tutti saranno riuniti insieme, si dica Compieta; e, usciti da Compieta, a nessuno sia più lecito proferire alcuna parola. Chiunque sarà colto a violare questa norma del silenzio, sia sottoposto a grave punizione; tranne il caso che sopravvenga la necessità di accogliere ospiti o che l'abate abbia comandato qualcosa ad alcuno; ma anche allora si faccia tutto con la massima gravità e la più delicata moderazione.