Tutta la liturgia, tutte le celebrazioni delle feste, sia riguardanti la persona del Cristo o dello Spirito Santo o della Vergine o dei Santi, è orientata e diretta alla gloria e alla lode della Trinità. In questa prima domenica dopo la pentecoste siamo invitati ad un più esplicito e solenne approfondimento del grande mistero della nostra fede. Trattandosi di mistero non possiamo pretendere di comprenderne tutta la portata, è nostro dovere però immergerci in Dio, nel Padre, nello Spirito Santo e nel Figlio suo Gesù Cristo in un'intima e profonda comunione d'amore. Ogni nostra preghiera, ogni nostra azione ha sempre il medesimo inizio e la stessa conclusione: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Esprimiamo così la nostra fede perché ci è stato rivelato, adorando la Trinità delle persone, l'unità della natura e l'uguaglianza della maestà divina. Così che noi, ancora militanti e nella attesa della beata speranza, ci uniamo alla chiesa trionfante che da tutta l'eternità e per sempre canta e proclama la santità di Dio uno e trino. San Giovanni ci ricorda che la Luce con cui possiamo avvicinarci alla Luce inaccessibile di Dio è lo stesso Spirito Santo, che Gesù invia alla sua Chiesa e a ciascuno di noi. S. Paolo ci consola e ci rincuora dicendoci che "l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato". Siamo allora consapevoli che dove la nostra natura umana non potrebbe accedere è lo stesso Dio a cercarci per calarsi dentro di noi come creatore e Signore, come redentore e come amore infinito.
Abba disse: "Togli le tentazioni e nessuno si salverà".
L'ORDINE DELLA COMUNITÀ Nel monastero i fratelli abbiano il loro posto secondo l'ingresso nella vita monastica, o secondo i meriti personali, o secondo la decisione dell'abate. Questi però non conturbi il gregge a lui affidato con ingiuste disposizioni, quasi facendo uso di un potere assoluto, ma pensi sempre che di tutti i suoi giudizi e azioni dovrà rendere conto a Dio.