Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
19 - 25 Ottobre 2003
Tempo Ordinario XXIX, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Domenica 19 ottobre 2003

Il vero seggio di gloria.

Neanche gli Apostoli sono immuni dalla tentazione delle umane grandezze. Due di loro ne fanno motivo di supplica al loro maestro: "Noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo". Gesù consente che la loro richiesta sia chiaramente esplicitata: "Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra". Nutriamo dei seri dubbi che i due abbiano davvero capito cosa significhi sedere nella gloria del Cristo. Siamo certi anzi che essi non hanno ancora potuto sperimentare e comprendere quel misterioso trono di gloria che s'identifica con il sorbire un calice di passione e poi scalare la croce di morte. Gesù stesso dice loro: "Voi non sapete quel che domandate". Riappare ancora nella nostra storia, subdola e malefica, quell'antica radice che ancora alligna nel nostro cuore, la superbia, la presunzione di una completa autonomia, che ci ha già indotto al primo peccato. I due, e tutti noi con loro, per aspirare alla vera gloria, dobbiamo dichiarare la nostra completa disponibilità a bere il calice che Cristo a sorbito sino alle feccia e a ricevere quel battesimo di sangue che è il martirio della nostra vita, vissuta con Cristo e offerta con il suo Sacrificio. Per far questo dobbiamo abbandonare definitivamente i pensieri di gloria che sgorgano dalle nostre brame e ogni desiderio di potere e di dominio. Per essere grandi agli occhi di Dio dobbiamo farci piccoli e diventare umili servitori dei nostri fratelli, sempre pronti a dare e meno propensi a ricevere. Ciò richiede una vera e completa conversione rispetto alla mentalità corrente del mondo. Dobbiamo metterci alla scuola di Cristo che si è umiliato nella carne, pur essendo di natura divina, ed ha accettato l'obbrobrio della croce divenendo schiavo per amore. La nostra gloria è quindi misurata dalla capacità di amare e di servire e non dall'ampiezza del potere. Ci offre uno splendido esempio Madre Teresa di Calcutta che oggi viene proclamata beata: lei, esaltata ed ammirata in ogni parte del mondo, dagli uomini di ogni razza e religiosità, è rimasta umile e piccola e mai ha smesso di indirizzare a Dio ogni merito. Di lei davvero possiamo dire che ha speso la vita per Cristo e ne ha fatto dono per il riscatto di tanti poveri e sofferenti. È quindi logico che ora, e soltanto ora, gli sia attribuito un seggio di gloria, gloria che non è di questo mondo, ma appartiene a Dio ed Egli l'ha preparato per i poveri e i piccoli, per i fedeli imitatori del Figlio suo Gesù Cristo.


Ogi ricorre la Giornata Mondiale Missionaria.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse un anziano: «L'umiltà non è uno dei piatti del festino, ma il condimento che insaporisce tutti i piatti».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

CHE NESSUNO PARLI DOPO COMPIETA

In ogni momento i monaci devono coltivare il silenzio, ma soprattutto nelle ore notturne. Perciò in tutti i tempi, sia nei giorni di digiuno che nei giorni del doppio pasto, ci si regoli così: se è un giorno in cui c'è il pranzo, i fratelli, appena alzatisi da cena, si riuniscano tutti insieme e uno legga le Collazioni o le Vite dei Padri o altro testo che edifichi chi ascolta; ma non i primi sette libri della Bibbia o i libri dei Re, perché alle menti deboli non sarebbe utile udire a tale ora queste parti della Scrittura, le quali tuttavia si devono leggere in altri momenti. Se invece è giorno di digiuno, dopo la celebrazione dei Vespri, fatto un breve intervallo, si riuniscano subito per la lettura delle Collazioni, come abbiamo detto sopra; se ne leggano quattro o cinque fogli o quanto l'ora permette, per dare modo a tutti, durante il tempo della lettura, di radunarsi insieme, anche quelli occupati in qualche ufficio loro assegnato.

Cap.42,1-7.